Roma, 2 ott. (askanews) – “Sono veramente molto fiero e orgoglioso di aver fatto capire cos’è la Ryder Cup e soprattutto d’aver fatto entrare il golf nelle case degli italiani. Dal punto di vista mediatico, è il terzo evento per importanza al mondo, dopo l’Olimpiade e la finale di mondiale di calcio. Per un Paese come il nostro, che non ha un profilo golfistico, parlare di Ryder Cup fino a qualche anno fa era veramente una chimera, era come convincere le persone che sarebbe arrivato a Roma un evento del quale nessuno riusciva a capire la grandezza”. Così Gian Paolo Montali, direttore generale del progetto Ryder Cup 2023, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. “È un progetto che va oltre la gara sportiva in sé e che prevede la crescita e lo sviluppo del golf nel nostro paese, con una serie di ricadute, dal punto di vista sportivo, economico, infrastrutturale, sportivo”. Montali parla della Legacy che la Ryder lascerà: “Tutti i prossimi eventi sportivi avranno la Ryder Cup come punto di riferimento. La definirei come le colonne d’Ercole. Ci sono due macro temi: ci sarà un prima e dopo la Ryder Cup. È stato un vero e proprio show, abbiamo costruito una città dentro un campo da golf”. Sulla legacy nel mondo del golf: “L’obiettivo che ci eravamo fissati col governo italiano era quello di cambiare la visione del golf in Italia, farlo diventare come uno dei paesi nordeuropei dove il golf è uno sport alla portata di tutti, con le sue qualità e i suoi valori”. Poi la legacy infrastrutturale: “la Ryder Cup ha cambiato il volto di Roma nel quadrante nord-est, rifacendo strade e sbloccando la Tiburtina, una via da 15 anni ferma. Cambierà la qualità della vita delle persone in quel quadrante, quindi c’è un impatto anche nel sociale”. Sulla vittoria del Team Europa aggiunge: “La squadra americana – ricorda Montali – era nettamente favorita, però la carta non va in campo. Sono stati bravissimi i cinque capitani, tra cui i due fratelli Molinari, a creare la giusta alchimia nella squadra”.