Roma, 2 ott. (askanews) – Per la Banca centrale europea i recenti aumenti dei prezzi di petrolio e gas, combinati con l’indebolimento dell’euro “rendono le cose più difficili. Ma non direi che si tratta di un punto di svolta. La mia preoccupazione è che l’aumento del petrolio possa avere un impatto peggiorativo sulle aspettative di inflazione di imprese famiglie”. Lo afferma il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos in una intervista al Financial Times.
Il numero due dell’istituzione afferma che nessuno alla Bce vuole creare “una recessione inutile e dolorosa. Dobbiamo riportare l’inflazione alla nostra definizione di stabilità dei prezzi, mentre al tempo stesso cerchiamo di minimizzare i danni che si possono creare in termini di rallentamento dell’economia. Alla fine della fiera questo è un equilibrio molto delicato”, prosegue.
Il banchiere centrale spagnolo spiega che al momento un fattore chiave sotto analisi è quello della valutazione della trasmissione delle strette monetarie già operate con i rialzi dei tassi. La prima fase la trasmissione “è quasi completa” e lo si può vedere “nei canali bancari dove c’è stato un inasprimento delle condizioni di finanziamento e un calo rilevante della domanda di credito”. Più complicato è valutare la seconda fase dell’impatto della stretta monetaria, che riguarda l’insieme dell’economia reale. Qui “c’è molto incertezza e abbiamo visto un rallentamento dell’economia”, ma ci sono altri fattori da valutare, come i redditi disponibili delle famiglie e le esportazioni. “Bisogna capire quanto intensa sia la trasmissione all’economia reale e, indirettamente, all’inflazione”.
“Se la trasmissione fosse incompleta dovremmo essere un po’ più pazienti. Se la trasmissione fosse molto vicina al completamento allora dovremmo considerare i prossimi passi per garantire che l’inflazione converga al nostro obiettivo”.
Indirettamente, quindi, sembra far capire che si tratterebbe a quel punto di interrompere la manovra di rialzo dei tassi, stabilizzarli e valutare quali altre eventuali misure adottare mentre la politica monetaria è arrivata la sua “quota di crociera”.