Roma, 29 set. (askanews) – Oltre 11.600 minori stranieri non accompagnati hanno attraversato il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Italia dall’inizio dell’anno a metà settembre. Secondo l’Unicef il 60% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando i minorenni a compiere la pericolosa traversata erano stati circa 7.200.
Guerre, conflitti, violenza e povertà sono per il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia tra le principali cause che li spingono a fuggire da soli dai paesi d’origine. Ma i minori non accompagnati sono più a rischio di sfruttamento e abuso in ogni fase del viaggio.
Solo tra giugno e agosto di quest’anno, almeno 990 persone, tra cui bambini, sono morte o scomparse mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale, il triplo rispetto allo stesso periodo dell’estate scorsa, quando persero la vita almeno 334 persone.
Numeri spaventosi quelli dell’Unicef. E i bambini che sopravvivono al viaggio vengono ospitati negli hotspot, prima di essere trasferiti in altre strutture d’accoglienza. Attualmente sono oltre 21.700 i minorenni non accompagnati in questi strutture in Italia, rispetto ai 17.700 di un anno fa.
Regina De Dominicis, direttrice regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale parla di “numeri triplicati di bambini e adulti morti sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale rispetto all’estate scorsa”.
“Il Mediterraneo è diventato un cimitero per i bambini e per il loro futuro. Le politiche odierne impediscono una ricerca e un salvataggio efficaci e coordinati in mare” ha detto parlando a Ginevra, sollecitando una risposta europea per proteggere meglio i bambini che migrano.