Gratteri: riforma Cartabia, per giornalisti impossibile lavorare – askanews.it

Gratteri: riforma Cartabia, per giornalisti impossibile lavorare

Sit-in a Dig dell’Associazione stampa Emilia-Romagna
Set 25, 2023
Modena, 25 set. (askanews) – Per combattere la mafia è importante lavorare sui giovani. Bisogna spiegare loro che delinquere non conviene, attraverso un approccio materiale ed economico più che morale o etico. A dirlo è il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che al Festival Dig ha analizzato il problematico rapporto tra politica e informazione in Italia. E proprio in questa occasione l’Associazione stampa Emilia-Romagna ha promosso un sit-in di protesta per dare voce ai giornalisti contro la riforma Cartabia. A seguito di efferati delitti avvenuti tra Bologna, Modena e Ferrara – denuncia il sindacato – è stato impedito ai cronisti di accedere alle informazioni di prima mano.

“La procura – ha spiegato il presidente dell’Associazione stampa modenese, Pierpaolo Pedriali – ha gestito questi delitti con un comunicato di poche righe, di venti righe appena. Questo non ci dà la possibilità di svolgere il nostro lavoro che è quello di approfondire, di fare domande, e questo è un rischio per la libertà di stampa e per il diritto di essere informati di tutti noi”.

I quotidiani e i notiziari televisivi e radiofonici rischiano di svuotarsi se i giornalisti non possono accedere direttamente alle fonti. Come ha riconosciuto lo stesso procuratore di Napoli. “Oggi vi rendete conto che è impossibile per i giornalisti, soprattutto per quelli che fanno cronaca nera, fare il proprio lavoro. Lo so che è impossibile o difficilissimo. Io vado in conferenza stampa e dico ‘oggi abbiamo arrestato 52 presunti innocenti’ e cerco di raccontare la storia”.

L’Ordine dei giornalisti e il sindacato – ha osservato Gratteri – hanno una parte di responsabilità non avendo risposto alla convocazione quando la riforma è stata discussa in Commissione giustizia. “So perfettamente che i cittadini hanno diritto a sapere ciò che accade sul loro territorio, però la legge non l’ho fatta io. Cercate di parlare con i vostri editori i quali hanno molti amici in Parlamento per modificare questa legge” ha concluso.