Roma, 22 set. (askanews) – Oggi si celebra la Giornata mondiale del rinoceronte, di cui si contano oggi in tutto 26.000 esemplari con tre specie su cinque classificate “in pericolo critico” e tutte minacciate dal bracconaggio in aumento in diverse regioni.
In Namibia, che ospita il maggior numero di rinoceronti neri al mondo, , – segnala il Wwf – si è registrato un devastante aumento del bracconaggio. Nel 2022, 87 rinoceronti sono stati uccisi in Namibia per i loro corni (61 appartenevano alla specie più rara, il rinoceronte nero), un sorprendente aumento del 93% rispetto alla cifra del 2021, quando ne furono uccisi 45 (fonte: Ministero dell’Ambiente, delle Foreste e del Turismo (MEFT). Dei rinoceronti uccisi nel 2022, 46 si trovavano nel famoso Etosha National Park, che vanta la presenza di squadre anti-bracconaggio finanziate dal governo. Dopo il 2015, a quando furono uccisi 101 esemplari, sembrava che il bracconaggio fosse sotto controllo.
Anche il Sudafrica continua a lottare contro le devastanti perdite causate dal bracconaggio ai rinoceronti bianchi all’interno delle riserve. Nemmeno i grandi parchi nazionali di questo paese – come il Kruger National Park – sono al sicuro. In Sudafrica la popolazione di rinoceronte nero conta oggi circa 2.000 individui, 6.000 in tutto il continente africano (erano circa 100mila all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso). Per permettere al rinoceronte nero di espandere il suo areale il Wwf ha realizzato negli anni scorsi vere e proprie “traslocazioni”, con l’obiettivo di spostare alcuni individui in altre aree e creare così le condizioni per la nascita di nuove popolazioni vitali. Dal 2003 sono 234 i rinoceronti neri “traslocati” nei nuovi siti di progetto e 15 le nuove popolazioni create in Sudafrica, su oltre 340.000 ettari. Dal 2019 alcuni individui sono stati traslocati anche in Malawi, nel Liwonde National Park.
Nonostante tutto, – prosegue il Wwf – secondo l’ultima valutazione dello “State the Rhino 2023” pubblicato da International Rhino Foundation, il rinoceronte nero e il rinoceronte indiano mostrano un trend positivo (ovvero un aumento del numero di individui) grazie probabilmente ad una più stringente applicazione delle leggi contro i crimini verso la fauna promosse anche dal WWF. Il rinoceronte bianco e quello di Sumatra stanno registrando invece un preoccupante calo, mentre il trend della popolazione di rinoceronte di Giava appare stabile, seppure questa specie risulti ancora in pericolo critico di estinzione.
Le minacce principali alla base del declino di queste specie sono il bracconaggio per il prezioso corno (molti rinoceronti vengono ancora uccisi illegalmente per il commercio del corno nel mercato nero) e la perdita di habitat, ma oggi anche il cambiamento climatico pesa in maniera preoccupante sul futuro di questi animali. Siccità e carenza d’acqua ne mettono a rischio la sopravvivenza, anche per la competizione per le sempre più scarse risorse idriche che si instaura tra i grandi erbivori e le comunità umane. Inoltre, la povertà derivante dalla perdita dei raccolti (sempre dovuta alla siccità) può portare ad una crescita esponenziale del bracconaggio, che vede nel commercio illegale del corno una drammatica fonte alternativa di reddito.
Incrementare gli sforzi per il controllo del territorio e dei crimini contro questa specie, garantire ai rinoceronti un habitat integro e lavorare per una pacifica coesistenza tra questi animali e le comunità locali sono le sfide che dobbiamo vincere per non perdere queste specie iconiche simbolo della biodiversità di Africa e Asia.