Milano, 20 set. (askanews) – Tra gli italiani c’è una conoscenza elevata del fenomeno dello spreco alimentare, ma quella qualificata è molto meno. Tradotto meno della metà sa quantificare quanto cibo si spreca nel mondo. A scattare la fotografia sul rapporto tra italiani, spreco di cibo e spesa sostenibile è la seconda edizione dell’Osservatorio commissionato a Bva-Doxa da Babaco market in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari.
Dall’indagine 2023 risulta che il 96% degli italiani dichiara di averne una chiara percezione e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno dello spreco alimentare (il 97% pensa sia fondamentale il raggiungimento degli obiettivi Onu 2030), ma solo il 41% ne conosce la reale entità. A conferma di questi dati, rimane stabile rispetto al 2022 anche la percentuale di chi è a conoscenza dell’impatto che lo spreco alimentare ha in termini di emissioni di gas serra che agiscono sul surriscaldamento globale (77%), ma in leggero calo rispetto al 2022 la quota di chi ne ha piena conoscenza (-4 p.p. vs 2022).
Un elemento di novità è l’elevata percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare: nove italiani su 10 ritengono che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare.
Ma quali sono le cause dietro questo fenomeno? Rispetto al 2022 c’è un calo di attenzione nei consumi e nella preparazione dei cibi: anche se il 78% degli italiani dichiara di prestare molta attenzione e di non buttare quasi mai cibo, quasi un quarto dei rispondenti ammette di sprecare cibo per la scarsa attenzione. Il 57% ha dichiarato inoltre di aver riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese. Le cause sono riconducibili alla mancanza di attenzione alla data di scadenza o al deterioramento degli alimenti (59% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022); alla conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (28%); al fatto che si tende a comprare troppi alimenti (16%) o in formati troppo grandi (16%) e infine perché si tende a cucinare cibo in eccesso (14% con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022). Verdura e frutta fresca si confermano anche per il 2023 le prime due tipologie di alimenti soggetti allo spreco alimentare.
Tra le principali azioni anti-spreco attuate dagli italiani, invece, l’indagine Babaco Market-BVA Doxa annovera l’interesse nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile: due su tre gradirebbero particolarmente fare una spesa antispreco e sostenibile. Attualmente, però, uno su due, non trova facilmente fattibile una spesa sostenibile attraverso i canali abituali (tra i principali ostacoli, per il 75% dei rispondenti il tempo e lo sforzo extra richiesto, la disponibilità di punti vendita, la localizzazione dei negozi, la modifica delle proprie abitudini consolidate). L’86% dei rispondenti ha inoltre l’impressione che la maggior parte della gdo non venda prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni/etichette rovinate, facendo sì che una grande quantità di prodotti rischi di essere sprecata.
Il 54% degli intervistati si dichiara comunque molto interessato a fare la spesa online da aziende che supportano l’antispreco, la sostenibilità e le eccellenze del territorio. Per il 39% degli italiani una spesa alimentare più virtuosa si caratterizza per prodotti antispreco, eccellenze del territorio (28%), sostenibili a livello ambientale (24%) e a livello sociale (9%).