Roma, 14 set. (askanews) – La Commissione urbanistica, politiche abitative, rifiuti, presieduta da Laura Corrotti (FdI), ha svolto oggi in Consiglio regionale del Lazio un’audizione sulla costruzione del nuovo impianto di smaltimento rifiuti previsto a Santa Palomba, deciso dal commissario straordinario per il Giubileo 2025 e sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Scelta che ha causato forti proteste da parte dei territori interessati, con la netta opposizione ribadita dai sindaci, dagli assessori comunali e dai rappresentanti dei comitati dei cittadini e delle associazioni ambientaliste intervenuti oggi nel corso dell’audizione.
L’audizione era stata richiesta a luglio dai consiglieri Alessandra Zeppieri (Polo Progressista) e Adriano Zuccalà (M5s), intervenuti in apertura di seduta per spiegarne le ragioni.
“Si tratta di un progetto obsoleto – ha esordito Zeppieri – che mira a risolvere la questione rifiuti con modalità di 30 anni fa, superate da tecnologie che invece puntano su impianti che lavorano per il recupero delle materie, non essendo più utile né lungimirante limitarsi a bruciare i rifiuti. La nostra idea è che il rifiuto sia una risorsa che può generare un profitto condiviso e non un mezzo per ingrossare le tasche dei colossi che costruiscono inceneritori”. Parole condivise da Zuccalà, il quale ha espresso apprezzamento per la convocazione dell’audizione, “primo vero confronto istituzionale da un anno a questa parte – ha detto – dal quale dobbiamo cercare di uscire con una posizione condivisa con amministratori locali e cittadini”.
Il capogruppo del Movimento cinque stelle ha poi stigmatizzato l’assenza delle principali controparti nella questione e, cioè, il commissario straordinario e Roma Capitale. Defezione criticata anche dalla presidente Corrotti e dai consiglieri Claudio Marotta (Verdi e Sinistra) e Marika Rotondi (FdI) e da tutti gli altri soggetti intervenuti.
Massimiliano Valeriani (Pd) è invece intervenuto a difesa del Piano rifiuti regionale (pubblicato quando lui era assessore regionale). “La verità – ha detto – è che il problema del Lazio non sono gli impianti ma i rifiuti, visto che in tutta la Regione esiste un solo impianto di smaltimento. Ricordo a tutti che c’è una quota di rifiuti indifferenziati incomprimibili, minimo il 20-30 per cento. Il nostro piano regionale dei rifiuti non prevedeva inceneritori perché la passata amministrazione di Roma ci diceva che avrebbe aumentato di 8 punti percentuali la differenziata ogni anno per arrivare al 70%. E quindi sarebbe bastato l’impianto attuale. Ma questa cosa non è accaduta, anzi la percentuale di differenziata lasciata alla fine della scorsa consiliatura comunale era più bassa di un punto e mezzo rispetto all’inizio. Quindi ora bisogna discutere della situazione attuale dopo il collasso precedente”, ha concluso Valeriani.
Entrando nel dettaglio delle obiezioni mosse al progetto dai numerosi rappresentanti di Comitati e associazioni intervenuti nel corso dell’audizione, in sintesi, i maggiori rilievi riguardano: la carenza idrica dell’area individuata per l’impianto, la cui tecnologia richiede invece un grande consumo di acqua; una rete stradale già congestionata che risulterebbe ancor più aggravata dal transito di numerosi mezzi pesanti; la mancanza di correlazione tra il progetto e il Giubileo, visto che – secondo gli intervenuti – il cronoprogramma sarebbe già saltato (la gara doveva essere pubblicata entro il 1° agosto 2023) e, quindi, l’impianto sarà pronto solo dopo il Giubileo; l’assenza di consultazione dei comuni interessati dalla modifica del Piano di Gestione dei rifiuti di Roma Capitale (Albano, Ardea e Pomezia su tutti), intervenuta dopo l’acquisto da parte di Ama del terreno in località Santa Palomba.
Per questi motivi, quindi, comitati e associazioni hanno presentato delle proposte che, a loro avviso, rientrano pienamente nelle competenze della Regione Lazio: – sollecitare una modifica del cronoprogramma che preveda azioni concrete per la riduzione dei rifiuti e il miglioramento della raccolta differenziata “porta a porta”, come avviene nella maggior parte dei comuni ma che a Roma Capitale non ha raggiunto ancora le percentuali previste nel Piano regionale dei rifiuti; verificare lo stato di salute della popolazione e del livello di inquinamento dell’area circostante quella individuata per la costruzione dell’impianto, vista anche la presenza della discarica di Roncigliano ad Albano; garantire di non utilizzare fondi regionali per finanziare direttamente o indirettamente l’impianto di incenerimento e le opere connesse; nominare una commissione tecnica di esperti per valutare le migliori alternative, più sostenibili dal punto di vista economico e ambientale; verificare l’impatto sul traffico veicolare sull’Ardeatina, e sulla viabilità limitrofa degli altri comuni, del conseguente transito dei mezzi pesanti adibiti al trasporto dei rifiuti; garantire la trasparenza del procedimento amministrativo, attraverso il ‘dibattito pubblico’.