Vino, Zonin1821: redatto il primo bilancio di sostenibilità di Gruppo – askanews.it

Vino, Zonin1821: redatto il primo bilancio di sostenibilità di Gruppo

  Domenico Zonin: consumatori bocciano logica del profitto senza limiti
Set 14, 2023

Milano, 14 set. (askanews) – Cultura d’impresa, innovazione tecnologica e responsabilità. Il Gruppo Zonin1821 ha redatto il primo bilancio di sostenibilità di Gruppo, rendicontando i dati del 2022 per le società italiane dell’azienda. Tra le numerose attività poste in essere per preservare il suolo e l’ecosistema, l’azienda spiega di impegnarsi nel limitare l’impiego dei mezzi tecnici in viticultura, razionalizzare le risorse idriche per l’irrigazione dei vigneti, favorire l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e pulita, tutelare la flora e la fauna locale implementando ove necessario la riforestazione.

L’azienda fondata nel 1821 a Gambellara (Vicenza), ha sottolineato che “lo sviluppo sostenibile è uno degli elementi che caratterizzano il modello di business del Gruppo, ovvero le logiche secondo le quali l’organizzazione crea, distribuisce e raccoglie il proprio valore”. I principi “che ispirano e guidano l’operato del Gruppo – prosegue la nota – sono stati correlati agli obiettivi di sostenibilità (SDGs) definitivi dalle Nazioni Unite per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente”. Nel promuovere uno sviluppo sostenibile in tutti i suoi aspetti, ambientale, economico e sociale, il Gruppo evidenzia come prioritari l’aspetto legato alla “salute, sicurezza e benessere dei lavoratori”, i temi di “sviluppo e innovazione di prodotto”, “creazione di valore economico sostenibile” e “adozione di pratiche agricole sostenibili”. A questi si aggiungono la “gestione responsabile e sostenibile della supply chain”, la tematica legata a “diversità, equità e inclusione”, mentre per quanto riguarda gli aspetti ambientali, “efficienza energetica e energia rinnovabile” e la “gestione sostenibile delle risorse idriche”.

“Il percorso di acquisizioni cominciato negli anni ’70 dalla mia famiglia ha avuto come obiettivo quello di valorizzare e promuovere le culture vitivinicole italiane in ambito internazionale ma anche custodire questi territori unici nel loro genere per le prossime generazioni” ha dichiarato il presidente del Gruppo, Domenico Zonin, settima generazione della Famiglia Zonin, aggiungendo che “le aziende non hanno solo responsabilità ‘qui ed ora’, ma come le famiglie e le istituzioni, devono contribuire tramite il loro operato ad esprimere valori di apertura ed alterità, tra i quali preservare le risorse, rispettare l’ambiente, garantire il benessere delle persone, favorire la parità di genere e valorizzare la diversità”.

“Ora più che mai, il mondo e i consumatori chiedono alle aziende di prendere una posizione rispetto alle tematiche di sostenibilità: la sola logica del profitto senza limiti, l’irrefrenabile capitalismo dell’utile, non è più, per la collettività, sinonimo di buona imprenditorialità” ha proseguito Domenico Zonin, sottolineando che “alle aziende è chiesto di esprimere responsabilità nel proprio operato e giustificare le proprie scelte: alla luce di questo, la sostenibilità non può essere concepita come un elemento aggiuntivo rispetto al fare impresa ma deve essere uno degli elementi fondanti il modello di business, la cultura aziendale e le scelte strategiche”. “Il percorso di promozione della sostenibilità non è facile e la via è lunga per la nostra società – ha concluso – ma è un percorso da fare insieme in cui ognuno, nel suo piccolo, un passo alla volta e con le proprie scelte, può lasciare un segno nel presente e fare la differenza per il futuro”.

Zonin1821 è attivo in oltre 140 Paesi con più di 500 collaboratori che operano in Italia e nelle filiali di Usa, Uk, Cina e Svezia. Con una produzione su una superficie di circa quattromila ettari, l’azienda produce e distribuisce non solo i vini fermi e gli spumanti a marchio Zonin, ma anche i vini delle tenute italiane di Famiglia: Ca’ Bolani in Friuli, Castello del Poggio in Piemonte, Oltrenero in Lombardia, Castello di Albola e Rocca di Montemassi in Toscana, Masseria Altemura in Puglia e Principi di Butera in Sicilia. A questi si uniscono i vini prodotti nelle tenute “Barboursville Vineyards” in Virginia (Usa) e “Dos Almas” in Cile. Completano il porfolio i brand Ca’ Vescovo, Sette Archi, Feudo del Principe, Sant’Ilario, San Zeno e Conti Buneis. Con un fatturato di circa 200 milioni di euro ed obiettivi di forte espansione a livello globale, oggi il Gruppo è guidato dal Ceo Pietro Mattioni,affiancato dai fratelli Domenico, Francesco e Michele Zonin che ricoprono rispettivamente i ruoli di presidente e vicepresidenti.