Roma, 11 set. (askanews) – “Un’altra mamma verrà condannata al carcere del Casteller, dove sarà prigioniera, le verrà impedito di avere una vita libera da orsa e di accudire il suo povero cucciolo che da solo rischia di non sopravvivere”. A dirlo l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, commentando la decisione del TRGA di Trento, in sede monocratica, di concedere la sospensiva del decreto con cui il presidente della Provincia autorizzava l’uccisione dell’orsa. “Sulla condanna a morte dell’orsa F36 – prosegue l’on. Brambilla – colpevole solo di aver difeso il suo cucciolo con falsi attacchi, il presidente Fugatti rimedia l’ennesima battuta d’arresto nelle aule della giustizia amministrativa: accade quando si perde il contatto con la realtà, immaginando di “rimuovere” dal territorio 70 orsi, e con la buona politica, che sempre prende le mosse dai fatti e dal diritto. Il fatto è che la convivenza con gli orsi è l’unica strada percorribile e il diritto, piaccia o no, considera l’orso una specie particolarmente protetta”. “Che si trattasse di un provvedimento sgangherato e pasticciato, anche più dei precedenti – osserva la deputata – risultava evidente perfino ai non addetti ai lavori. Lo stesso magistrato, in riferimento al decreto del presidente della Provincia, parla di “travisamento dei fatti”. La misura più energica prevista dal PACOBACE, cioè l’abbattimento, è applicata a un animale finora inoffensivo e palesemente disturbato, in presenza del piccolo, dagli escursionisti (o presunti tali), senza che vi sia stato neppure contatto fisico tra l’orsa e le persone e solo perché, come afferma la Provincia stessa confessando la propria inadempienza, non si saprebbe dove metterla, se si decidesse solo di catturarla. L’abbattimento può essere solo l’extrema ratio, in ossequio agli articoli 9 e 117 della Costituzione. L’ansia da prestazione elettorale è cattiva consigliera”. Un’ultima osservazione riguarda l'”incapienza” del centro del Casteller, dove secondo il TRGA l’orsa dovrebbe essere collocata. “Alla Provincia autonoma di Trento – ribadisce l’on. Brambillla – avevamo presentato un progetto dettagliato di oasi-rifugio per orsi da realizzare sul territorio provinciale a carico di sponsor. Ci hanno detto di no. Poi vogliono ammazzare l’orsa perché non c’è posto al Casteller…e nessuno, men che meno Fugatti, pensa alla fine che farebbe il cucciolo di F36, una volta abbandonato a se stesso”.