Roma, 8 set. (askanews) – Le restrizioni imposte da Pechino sull’uso degli iPhone da parte dei dipendenti del governo centrale si stanno estendendo anche ai governi locali e alle aziende statali. Lo scrive oggi il Nikkei, dopo che la notizia diffusa due giorni fa dal Wall Street Journal del divieto di uso degli apparati Apple per i dipendenti di alcuni ministeri ha avuto un pesante contraccolpo borsistico sul gigante tech.
Le preoccupazioni per l’impatto sulle vendite nel mercato cinese hanno fatto crollare la capitalizzazione di mercato di Apple di circa 200 miliardi di dollari in due giorni. La Cina rappresenta circa il 18% delle vendite di Apple.
Intorno al 2018, il governo cinese ha iniziato a restringere l’approvvigionamento di apparecchiature informatiche, come i personal computer, alle aziende cinesi compilando un elenco di aziende e prodotti consigliati. I PC utilizzati nei ministeri e nelle agenzie del governo centrale sono stati sostituiti dai PC “Grande Muraglia” prodotti da imprese statali.
La tendenza si sta diffondendo anche sugli smartphone. Un funzionario del governo centrale ha dichiarato a Nikei: “Molti dei miei colleghi ora hanno due telefoni: un Huawei per il lavoro e un iPhone per uso personale”.
Secondo l’Ufficio nazionale di statistica cinese, nel 2021 in Cina c’erano 56,33 milioni di funzionari governativi centrali e locali e dipendenti di imprese statali.
Il prezzo delle azioni Apple è sceso del 6,4% in due giorni, dal 6 al 7 settembre, a causa delle notizie di restrizioni d’uso.