Roma, 7 set. (askanews) – Basta prenotazioni per brevi periodi di appartamenti a New York su piattaforme come Airbnb. È entrata in vigore la “Local Law 18”, severa legge comunale che vieta gli affitti per meno di 30 giorni e pone regole rigide per host e ospiti, per turismo o per affari, complicando le cose ai proprietari di una buona parte dei 36.000 appartamenti per soggiorni a breve termine presenti in città.
Si potranno affittare camere solo se anche il proprietario vive nell’appartamento ed è presente durante l’intero soggiorno. Non più di due visitatori alla volta e obbligo di registrazione presso l’ufficio del sindaco pagando una tassa ogni due anni. Multe per i trasgressori da 1.000 a 1.500 euro. Un bel guaio per i proprietari di immobili, per chi pensava di arrotondare condividendo la propria casa e per le piattaforme di affitti; ma un discreto numero di residenti si dice favorevole. Ci sono, insomma, due fronti:
“Non ha davvero senso. Questa è una delle destinazioni di viaggio più popolate al mondo – dice Brent, viaggiatore per affari – vengo da Birmingham, in Alabama, circa cinque volte l’anno, quindi sono sempre alla ricerca di opzioni e le camere d’albergo sono scandalose in questi giorni”.
“Penso sia necessario – sostiene Marianne, newyorkese – a New York gli alloggi sono inaccessibili e non credo che la soluzione sia introdurre più alloggi ma anche togliere dal mercato tonnellate e tonnellate di unità è un problema”. “È già abbastanza difficile trovare un posto dove vivere per noi newyorkesi, quindi è una buona cosa, sicuramente” afferma convinto Mustafa.
Secondo molti la legge potrebbe far salire ancora i prezzi degli hotel e allontanare soprattutto i viaggiatori meno abbienti. Chi l’ha pensata, ritiene sia un modo per cercare di invertire la rotta della carenza di alloggi a lungo termine in città.
In ogni caso, anche se in modo più restrittivo, New York segue città come San Francisco, che limita gli affitti a breve termine a un massimo di 90 giorni all’anno.