Roma, 5 set. (askanews) – “I sindaci non cercano né l’immunità né l’impunità, se un sindaco sbaglia forse dovrebbe pagare più degli altri, per i propri errori, soprattutto se li fa volontariamente”. Lo ha detto il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, in audizione alla Commissione Giustizia di Palazzo Madama, in merito del ddl Giustizia. “Perché sarebbe come tradire il consenso e la fiducia dei propri cittadini”, ha sottolineato.
Sul reato d’abuso d’ufficio “ci siamo rimessi alla volontà del legislatore sottolineando che non può esserci un reato di ruolo: non si può essere responsabili per il solo fatto di essere sindaco. Occorre delimitare il confine del reato con precisione”, ha aggiunto Decaro.
“Nonostante le modifiche che sono state apportate al reato di abuso d’ufficio resta sempre complicato amministrare una città sapendo che c’è un confine molto labile su questo reato: se firmi un atto ti puoi ritrovare a compiere un abuso d’ufficio, non firmandolo rischi di compiere il reato di omissione d’atti d’ufficio”, ha spiegato Decaro.
Per il sindaco di Bari, ci sono altri due temi da porre all’attenzione del dibattito parlamentare: “in particolare gli articoli 50 e 54 del testo unico degli enti locali (sulle competenze e le attribuzioni di un sindaco, ndr) che danno responsabilità senza delimitarne con precisione i confini. E poi c’è il tema della legge Severino: siamo gli unici amministratori locali che, senza una sentenza passata in giudicato, nel caso di condanna in primo grado, anche solo per abuso d’ufficio, subiamo una sospensione di 18 mesi”, ha aggiunto.