In Lombardia più carabininieri forestali su contrasto peste suina – askanews.it

In Lombardia più carabininieri forestali su contrasto peste suina

Lo hanno assicurato vertici Arma dopo incontro con Fontana
Set 5, 2023

Milano, 5 set. (askanews) – Sarà aumentato il numero di carabinieri forestali inviati sul campo in Lombardia per intensificare i controlli contro la peste suina africana, scoperta in questi giorni in alcuni allevamenti della provincia di Pavia. È quanto emerso durante un incontro a Palazzo Lombardia tra il presidente della Regione Attilio Fontana, accompagnato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi, e i vertici nazionali e regionali dei carabinieri forestali, per fare il punto sulla situazione.

Gli uomini, hanno assicurato il comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma, generale Andrea Rispoli, saranno inviati, sia sul campo, sia sulle strade e nella catena logistica legata alla movimentazione dei suini. Inoltre, in accordo con il ministero della Difesa, verranno formate squadre scelte di ‘bioselettori’ per contenere la popolazione di cinghiali, principale veicolo di trasmissione del virus Psa. Ha partecipato all’incontro anche il generale Simonetta De Guz, comandante regionale.

“L’incontro – hanno sottolineano Fontana e Beduschi – ha confermato la massima attenzione, a tutti i livelli, per contenere la diffusione di una malattia che non è pericolosa per l’uomo ma che, se fuori controllo, avrebbe effetti devastanti per il comparto suinicolo lombardo, che conta la metà dei maiali allevati in Italia ed è il principale fornitore per le filiere dei salumi italiani più conosciuti e apprezzati al mondo”.

“Queste azioni sono fondamentali – hanno concluso Fontana e Beduschi – e devono essere affiancate da una piena consapevolezza del rischio da parte di tutta la filiera suinicola. Vanno adottate misure di sicurezza a tutti i livelli e soprattutto segnalati tempestivamente casi sospetti, evitando comportamenti irresponsabili che rischiano di compromettere il lavoro di tutti e mettere in crisi un settore vitale per l’agroalimentare lombardo e italiano”.