Cernobbio, 2 set. (askanews) -Le piccole e medie imprese italiane approdano al 49esimo Forum Ambrosetti a Cernobbio grazie a Sace che in partnership con The European House – Ambrosetti ha creato un hub interamente dedicato al loro ruolo strategico nell’economia italiana. Sono infatti 150 le pmi che in questo modo hanno la possibilità in questa edizione di seguire i lavori del Forum Ambrosetti nella tre giorni di Cernobbio.
“Siamo molto contenti di aver portato le piccole e medie imprese qui a Cernobbio – ci ha detto Alessandra Ricci, amministratore delegato Sace – perchè sono l’asse portante del nostro piano industriale che abbiamo chiamato Insieme proprio perchè tutti insieme dobbiamo portare avanti le istante delle pmi che rappresentao il 50% dell’export dell’Italia per cui è fondamentale che siano qui a Cernobbio”.
La partecipazione al Forum stata l’occasione per presentare la ricerca “Piccole, medie e più competitive: le pmi italiane alla prova dell’export tra transizione sostenibile e digitale” realizzata dall’ufficio studi di Sace con The European House – Ambrosetti, partendo proprio dall’apporto all’export nazionale delle pmi che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana con un giro di affari di oltre 1.000 miliardi e 5,4 milioni di occupati.
“Le pmi italiane manifatturiere sono il doppio di quelle tedesche e il doppio di quelle francesi, cioè si deve mettere insieme Francia e Germania per fare il numero di quelle italiane – ha sottolineato Valerio De Molli, managing partner e Ad The European House – Ambrosetti – Questo motore importante del sistema Paese che Sace ha nel mirino come target significativo ha avuto un boom esportativo molto significativo che va di pari passo col boom esportativo del Paese, danno quindi un apporto sostanziale nel percorso di sviluppo e crescita anche nell’export del Paese che è nell’intorno dei 300 miliardi”.
Attualmente le pmi realizzano all’estero circa un terzo del proprio fatturato. E secondo Sace, l’export quest’anno dovrebbe crescere di un 6,2% fino a superare, nel biennio 2025-2026, i 300 miliardi di euro. Una crescita che ha due elementi chiave, confermati dalla ricerca:
“La ricerca si focalizza sui cosiddetti booster per andare a incrementare le capacità di export delle imprese italiane – ha evidenziato Ricci – parliamo di investimenti in chiave di sostenibilità e di digitalizzazione e innovazione che sono le due chiavi del successo”.
La transizione sostenibile e la rivoluzione digitale, oltre a essere in linea col Pnrr e il Next generation Eu, sono le due aree su cui tradizionalmente le pmi sono più indietro: “Dovremmo aiutarle nella crescita formativa del bagaglio di competenze necessario e un supporto all’assunzione di capitale umano più qualificato – ha osservato De Molli – un sostengo a favorire il fatto, un po’ poco nelle corde dei piccoli imprenditori, di asdumere ricercatori giovani talenti e dargli fiducia”.