Milano, 2 set. (askanews) – Il 29 settembre scadono le iscrizioni per le Cantine che intendono partecipare alla terza “Rassegna dei vini piwi”, la manifestazione organizzata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento), che promuove e valorizza i vini prodotti con almeno il 95% di uve provenienti da vitigni innovativi e sostenibili in grado di offrire tolleranza alle malattie fungine, oidio e peronospora, riducendo sensibilmente l’uso degli agrofarmaci.
La rassegna si articolerà nei giorni 8 e 9 novembre, quando si terrà la valutazione dei vini a cura di una commissione composta da 24 esperti selezionati tra enologi, enotecnici, giornalisti, sommelier e ricercatori afferenti al mondo agroalimentare, che saranno coadiuvati dagli studenti del corso enotecnico in tutte le operazioni della rassegna. La cerimonia di premiazione si terrà poi il 1 dicembre. I vini concorreranno nelle seguenti categorie: rossi, bianchi, bianchi a macerazione prolungata “orange”, spumante metodo classico bianchi, spumante metodo classico rosè, spumante metodo classico charmat bianchi, spumante metodo charmat Rosè, vini frizzanti con fondo, e vini da uve soggette ad appassimento.
Anche se a livello europeo le varietà piwi sono state ammesse nelle diverse Dop, in Italia ci sono diverse Regioni nelle quali la coltivazione di queste uve non è stata ancora autorizzata, nemmeno per produrre vino generico o Igt. Il Registro nazionale delle varietà di vino comprende 36 varietà Piwi e la superficie coltivata con queste varietà supera alcune migliaia di ettari. In Veneto si trova il numero più elevato di superfici coltivate a uve piwi ed alcuni ettari si trovano in Emilia e Marche, Lazio e Piemonte, ultime regioni ad autorizzare la coltivazione di queste varietà nelle loro superficie viticola.
Con questo evento la Fondazione Edmund Mach “intende valorizzare anche l’attività di ricerca e sperimentazione sulle varietà tolleranti che ha portato ad iscrivere del Registro nazionale delle varietà di vite quattro nuove selezioni provenienti dall’attività di miglioramento genetico, grazie alla collaborazione del consorzio Civit: Termantis, Nermantis, Charvir e Valnosia. Di recente, tramite il progetto Vevir – spiega la Fondazione – queste varietà sono risultate ottimali per la coltivazione in Trentino accanto a Solaris, Souvignier gris, Bronner, Palma, Johanniter e Pinot Regina”.
La storia del miglioramento genetico alla Fondazione Edmund Mach risale agli anni Venti del secolo scorso, mentre per quanto riguarda la resistenza la Fondazione “ha intrapreso un’intensa attività di breeding realizzando un piano di incrocio sin dal 1987”. Oggi “i piani di incrocio producono circa 35-40 mila semi l’anno suddivisi in circa 100 combinazioni di incrocio. Tale attività prevede anche incroci (piramidazione) che permettono di selezionare genotipi con diversi caratteri di resistenza verso le diverse malattie (oidio, peronospora, marciume nero ecc…)”. Oltre a questo obiettivo alla Fondazione “vi è un’intensa attività di incrocio anche tra i genitori piramidizzati e le varietà di Vitis vinifera che hanno prodotto le quattro varietà Charvir, Valnosia, Termantis e Nermantis”.