Incendi, appello Wwf alla Regione Sicilia: stop alla caccia – askanews.it

Incendi, appello Wwf alla Regione Sicilia: stop alla caccia

“Sarebbe follia, decimerebbe la fauna selvatica sopravvissuta”
Ago 21, 2023

Roma, 21 ago. (askanews) – Con un lungo ed articolato documento firmato dalle cinque organizzazioni aggregate operanti in Sicilia, il Wwf ha chiesto alla Regione di sospendere il ‘Calendario venatorio 2023-2024’ – in particolare relativamente alla ‘preapertura’ dei giorni 2, 3, 6, 9 e 10 settembre e all’apertura generale dal 17 settembre al 31 gennaio 2024 – a causa dell’eccezionale situazione meteoclimatica, ambientale ed ecologica che ha interessato tutta la Sicilia. Secondo il WWF, infatti, le perduranti condizioni climatiche estreme e i devastanti incendi che ancora stanno imperversando, hanno gia’ comportato gravissimi danni alle popolazioni di animali selvatici, per cui non sussistono – dal punto di vista scientifico e oggettivo – le condizioni per l’avvio della stagione venatoria, per di piu’ con un anticipo di ben un mese rispetto alla data – 1 ottobre – suggerita dall’autorevole Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale.

Nel documento inviato al Presidente della Regione, Renato Schifani, ed agli assessori on. Luca Sammartino (Agricoltura) ed Elena Pagana (Ambiente), il Wwf evidenzia la palese incoerenza e contraddittorieta’ delle decisioni della Regione: da una parte, infatti, ha proclamato lo ‘stato di crisi’ e di ‘emergenza di rilievo nazionale’ per ‘l’emergenza causata dagli incendi e dalla concomitante ondata di calore’ verificatasi recentemente; dall’altra, con decreto dell’assessore all’agricoltura è stato emanato il ‘Calendario Venatorio 2023-2024’ che, addirittura, anticipa l’avvio della stagione di caccia al 2 settembre anche nei confronti di specie come la Tortora selvatica, in fortissimo e preoccupante declino in tutta Europa.

Fino a luglio – secondo le valutazioni della stessa Regione, riportate nelle due delibere sullo stato di calamità – caldo e incendi hanno causato danni generali che, in una primissima quantificazione, ammontano a circa 60 milioni di euro, oltre a danni specifici al settore agricolo che ammontano a circa 200 milioni di euro. Ma sugli altrettanto catastrofici danni alla fauna ed agli equilibri ecologici, il Governo regionale fa finta di non vedere e, pur di non scontentare la lobby delle doppiette, apre in anticipo la caccia in una regione dichiarata in ‘stato di crisi e di emergenza’. (Segue)