Ex Ilva, Emiliano: chiediamo che Ue non consenta definanziamento Pnrr – askanews.it

Ex Ilva, Emiliano: chiediamo che Ue non consenta definanziamento Pnrr

Non c’è alcuna ragione per ritardare esecuzione, lavori in linea
Ago 20, 2023

Rimini, 20 ago. (askanews) – “Chiederemo all’Unione europea di non consentire il definanziamento” dal Pnrr per i lavori legati alla decarbonizzazione degli impianti dell’ex Ilva di Taranto. I lavori sono “in perfetta linea con le date di rendicontazione del Pnrr e non c’è nessuna ragione per definziare o ritardarne l’esecuzione”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in una conferenza stampa al Meeting di Rimini.

“La Puglia è impegnatissima con l’UE per la decarbonizzazione dei suoi impianti industriali e in particolare sull’ex Ilva di Taranto – ha spiegato Emiliano -. E la società del governo italiano che gestisce l’ex Ilva affittando il ramo d’azienda, ha appena aggiudicato la gara che consentirà una rivoluzione tecnologica senza precedenti che consente la riduzione diretta che elimina la necessità del carbon coke nella produzione di acciaio abbattendo le emissioni nocive del 95% e quelle di CO2 del 50%”. Questa società “fortemente voluta dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi e che con i fondi del Pnrr ha aggiudicato questa gara, purtroppo – ha aggiunto il governatore della Puglia – è uno di quegli impianti che il governo sta chiedendo di definanziare dal Pnrr e dovrà chiedere all’Unione Europea la possibilità di deninfiziarla per finanziarla in altro modo”.

“Ovviamente noi chiederemo all’UE di non consentire questo definanziamento – ha annunciato Emiliano -. Dal mio punto di vista l’Ue stessa si gioca la faccia e soprattutto perché è la misura dell’impegno europeo per cambiare il senso tecnologico per la produzione dell’acciaio. E la fine dei lavori è per il 2026 in perfetta linea con le date di rendicontazione del Pnrr e non c’è nessuna ragione per definziare o ritardarne l’esecuzione. Il timore è che il governo in carica non abbia la stessa sensibilità del governo Draghi e siamo molto preoccupati”.