Lahaina, 12 ago. (askanews) – Uno scenario apocalittico, restano solo polvere e cenere in quello che era un paradiso terrestre. Il bilancio delle vittime dell’incendio alle Hawaii è salito a 80 morti rispetto ai 55 riportati in precedenza, ma si tratta ancora di una stima provvisoria. Un bilancio è ancora più pesante dello tsunami del 1960 che uccise 61 persone sull’isola delle Hawaii. Gli sforzi per domare le fiamme continuano ma l’incendio di Lahaina non è ancora contenuto.
La vastità di questi roghi, tra i peggiori nella storia dell’arcipelago, è stata provocata dai venti dell’uragano che hanno contribuito ad alimentare le fiamme, ma anche dalla siccità in gran parte delle Hawaii, inclusa l’intera isola di Maui.
Il governatore delle Hawaii Josh Green ha visitato la zona colpita dagli incendi e ha riferito che migliaia di persone tra abitanti e turisti sono stati fatti evacuare.
L’incendio ha quasi spazzato via la storica città di Lahaina, l’antica capitale del Regno delle Hawaii nel XIX secolo. Case, negozi, automobili: la maggior parte degli elementi di questa località balneare di 12.000 abitanti non è altro che un mucchio di cenere in una città quasi fantasma. Gli abitanti portano soccorso come possono a chi ha perso tutto.