Roma, 3 ago. (askanews) – La “patrimoniale” fa fibrillare per qualche ora il governo, prima che Giorgia Meloni intervenga per chiarire che non si farà.
A far scoppiare il caso è stato un ordine del giorno di Nicola Fratoianni (Avs) in cui si chiedeva all’esecutivo di valutare una tassa per i patrimoni sopra i 500 mila euro destinata a finanziare l’istruzione. In Aula alla Camera la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassineti (Fdi) ha dato “parere favorevole, con riformulazione”. Un ‘pasticcio’ che per alcune ore fa sì che l’opposizione parli di “maggioranza Meloni-Fratoianni”.
A chiudere la questione è stata la presidente del Consiglio: poco prima delle 16 un “off” di Palazzo Chigi ha chiarito che “il governo ha velocemente valutato la proposta e altrettanto velocemente concluso che non intende dare seguito alla stessa”.
Resta il fatto che l”incidente’ (dopo quello ‘simile’ su Visibilia del giugno scorso) ha fatto scattare un allarme sul raccordo tra esecutivo e Parlamento. Questo è stato uno dei punti affrontati nel corso del pranzo – che era già stato programmato da tempo – che ha visto seduti al tavolo a Palazzo Chigi la premier, i due vice Antonio Tajani e Matteo Salvini e i capigruppo della maggioranza. Il ‘caso’ Fratoianni, per Meloni, secondo quanto riferito da alcuni presenti alla riunione, è “il classico esempio di ciò che accade quando c’è scollamento tra Parlamento e governo”, che va evitato ponendo “massima attenzione”. Da qui l’invito a “coordinarci di più ed essere ancora più coesi”. E’ stata poi fatta una ricognizione sui principali dossier che si presenteranno alla ripresa dell’attività, in particolare la legge di Bilancio e le Europee. Sull’appuntamento elettorale di giugno (con sistema proporzionale) Meloni avrebbe sottolineato l’opportunità di una competizione non troppo esasperata tra gli alleati. Un invito simile avrebbe fatto anche sulla manovra: “Cerchiamo di evitare proposte spot”.
In serata Meloni ha poi riunito il Consiglio dei ministri, con all’ordine del giorno, tra le altre cose, il disegno di legge con nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Una seduta più rilevante per i contenuti sarà però quella che – probabilmente – si terrà lunedì prossimo. Sul tavolo, tra le altre cose, le norme per la riforma del servizio di taxi, su cui al termine del Cdm c’è stata una riunione a cui hanno partecipato oltre alla premier i ministri Adolfo Urso, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Raffaele Fitto e Giancarlo Giorgetti. L’obiettivo è arrivare a lunedì con un decreto. La proposta messa a punto al momento sembra non essere ancora gradita ai tassisti, ma la presidente del Consiglio sarebbe decisa ad andare avanti, convinta che l’idea del governo sia equilibrata e che garantisca sia gli investimenti fatti dagli operatori che l’esigenza di incrementare la concorrenza e le licenze.