Myanmar, grazia parziale per Aung San Suu Kyi: cancellate 5 condanne su 19 – askanews.it

Myanmar, grazia parziale per Aung San Suu Kyi: cancellate 5 condanne su 19

Incertezza sugli arresti domiciliari. Oltre 7.000 i prigionieri graziati
Ago 1, 2023

Roma, 1 ago. (askanews) – L’ex leader civile del Myanmar Aung San Suu Kyi, detenuta dal giorno del colpo di stato militare nel Paese nel 2021, ha ottenuto oggi la grazia parziale dalla giunta al potere nell’ambito di un’amnistia generale concessa ad oltre 7.000 prigionieri in occasione della Quaresima buddista, secondo quanto riferito dai media statali martedì. “Il presidente del Consiglio amministrativo statale ha graziato Daw Aung San Suu Kyi, che è stata condannata dai tribunali competenti, ai sensi della legge sui diritti umani”, ha affermato l’emittente.

Aung San Suu Kyi è stata condannata a 33 anni di carcere per una serie di accuse tra cui corruzione, possesso illegale di walkie-talkie e violazione delle restrizioni per la pandemia di Covid. La grazia, ha però precisato la televisione statale, riguarderebbe solo 5 delle 19 condanne a suo carico e per questo motivo non è chiaro se il provvedimento le sia sufficiente per lasciare la sua con dizione di detenuta agli arresti domiciliari.

Il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani ha spiegato su Twitter che la grazia parziale ad Aung San Suu Kyi rappresenta “il più bel finale dopo anni di battaglie per la sua libertà”. “Ricordo ancora il nostro incontro 10 anni fa in Myanmar, donna coraggiosa e autorevole da sempre in prima linea per la salvaguardia della democrazia e dei diritti umani”, ha scritto il ministro.

Aung San Suu Kyi è stata vista in pubblico solo una volta da quando è stata arrestata a seguito dle golpe l’1 febbraio 2021. L’ex leader civile e premio Nobel per la Pace è stata immortalata in alcune foto scattate dai media statali in un’aula di un tribunale di Naypyidaw, la capitale costruita nella giungla dall’esercito.

La scorsa settimana, Aung San Suu Kyi è stata trasferita dalla sua cella a un edificio governativo, secondo un rappresentante del suo partito politico. Nel suo nuovo alloggio avrebbe incontrato Ti Khun Myat, presidente dell’Assemblea dell’Unione (la camera bassa del Myanmar), e Deng Xijuan, inviato speciale della Cina per gli Affari asiatici. Inoltre, l’11 luglio scorso il ministro degli Esteri della Thailandia, Don Pramudwinai, ha rivelato agli omologhi dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean) riuniti a Giacarta, in Indonesia, di averla incontrata personalmente nei giorni precedenti e di averla trovata in buona salute fisica e mentale.

Il colpo di Stato in Myanmar ha fatto precipitare il Paese del sud-est asiatico in un conflitto che ha provocato lo sfollamento di oltre un milione di persone, secondo le Nazioni Unite. Destituito il legittimo governo civile, la giunta ha imposto lo stato d’emergenza, che ha ripetutamente rinnovato con la conseguenza di un continuo rinvio delle elezioni promesse non appena completato il golpe. L’ultima proroga, per i prossimi sei mesi, è stata annunciata oggi e, secondo la giunta militare, avrebbe l’obiettivo di preparare il voto.