Milano, 31 lug. (askanews) – La pesca “Bella” di Borgo d’Ale, località di poco più di duemila abitanti in provincia di Vercelli, è diventata Presidio Slow Food. Tondeggiante e di pezzatura medio-grande, particolarmente profumata e aromatica, ha la buccia con colore di fondo verde chiaro-biancastro e sovracolore rosso-rosato e polpa bianca con venature rossastre in prossimità del nocciolo.
L’inizio della coltivazione della pesca nella piana di Borgo d’Ale risale all’inizio del Novecento, probabilmente per iniziativa di alcuni borgodalesi di rientro dall’America con sementi d’oltreoceano. Un tentativo che non ebbe particolare fortuna, ma che fu seguito pochi decenni dopo da altri esperimenti più professionali e con risultati maggiormente promettenti: così, nel 1930, erano già più di cento gli ettari di terra impiantati a pescheti attorno al borgo. Per circa mezzo secolo, la storia del paese è andata di pari passo con lo sviluppo della peschicoltura, con tante varietà coltivate, tra cui la “Bella”: a metà degli anni Settanta degli oltre 100mila quintali di pesche, circa il 10% era costituito da questa varietà. La coltivazione delle pesche a Borgo d’Ale ha ancora un ruolo importante ma negli ultimi tre o quattro decenni, la “Bella” è andata pressoché perduta, surclassata da varietà di pezzatura maggiore e più adatte al mercato, perché disponibili per un periodo più lungo (la varietà tutelata dal nuovo Presidio matura nel giro di due settimane appena, tra fine luglio e inizio agosto) e perché più durevoli e quindi facilmente commercializzabili. Nel 2015 le piante ancora in vita erano soltanto una ventina, e tutte vecchie di almeno quarant’anni.
“Il recupero della varietà è cominciato nel 2016” ricorda Paolo Caldera, referente degli otto produttori (alcuni dei quali poco più che trentenni) che hanno già aderito al Presidio, aggiungendo che “dalle pochissime piante rimaste, presenti perlopiù nei frutteti di anziani contadini, abbiamo recuperato il materiale per dare avvio alla propagazione”. Della “Bella”, già inclusa nell’Arca del Gusto di Slow Food, oggi si è arrivati ad avere cinquecento piante.
L’area di produzione di questa varietà comprende i Comuni di Borgo d’Ale, Alice Castello, Cigliano e Moncrivello (Vercelli), Viverone (Biella), Cossano Canavese e Maglione (Torino).
“Per il pesco occorrono tre anni per arrivare a produzione e nei primi tempi il raccolto era appena sufficiente per l’autoconsumo, così il 2022 è stato il primo vero anno di produzione” precisa Caldera, spiegando che l’intenzione è ora quella di allargare il progetto anche dal punto di vista della trasformazione del prodotto in composte, confetture e succhi.