Roma, 20 lug. (askanews) – La maggioranza capitolina ha presentato, e successivamente ritirato, nella seduta odierna dell’Assemblea Capitolina, la sua proposta di regolamento per le autorizzazioni ai servizi di linea commerciali, dei servizi di linea gran turismo e dei servizi di linea speciali. Un regolamento da 39 articoli che, ha spiegato in Aula Giulio Cesare l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè, “si rende necessario dopo l’approvazione di una serie di normative nazionali, recepite dalla Regione Lazio, che da un lato avviano una sorta di liberalizzazione, dall’altro invece danno una delega ai Comuni sulla possibilità di regolamentare questi servizi in base a tempi e luoghi specifici di ogni città”.
La proposta di nuove regole comunali divide la Capitale in tre aree, identificate con le lettere a, b e c, e limita l’accesso di questi vettori nelle aree b e c, corrispondenti al centro storico e alla zona protetta dall’Unesco. “Non possiamo lasciare la situazione ingessata così com’è da tanti anni – ha lamentato l’assessore Patanè -, con una pluralità così importante di operatori diversi: dobbiamo fare un maggior ordine nella città”.
A questa delibera ne seguirà un’altra di Giunta, che non passerà per l’Aula Giulio Cesare, che provvederà a limitare il numero di permessi nelle aree b e c “a un numero massimo di 55-56 autorizzazioni”, corrispondenti a vettori, ha spiegato Patanè, con una durata individuata dalla Legge Regionale in 8 anni rinnovabile per altri 8. Per quanto riguarda gli operatori “io pensavo a un numero di 4, ma dopo il confronto in commissione 5 è sembrato il numero più consono”, ha spiegato Patanè, che ha anche precisato che a questi va aggiunta l’Opera romana pellegrinaggi, con le sue 4 autorizzazioni “perché opera sulla base di un trattato internazionale”.
Sopo alcuni interventi dell’opposizione, in particolare di Fdi e Udc-Fi che dichiaravano perplessità sulle regole proposte, e dopo una lunga sospensione dei lavori, la capogruppo capitolina del Pd Valeria Baglio ha annunciato il ritiro rella delibera e il rinvio del confronto in conferenza dei capigruppo.