Roma, 19 lug. (askanews) – In Italia nel 2022 sono stati diagnosticati quasi 400.000 casi di tumore. Grazie ai progressi scientifici e all’alto livello di assistenza oncologica nel nostro paese, negli ultimi anni, si è registrato un miglioramento dei tassi di sopravvivenza, ma per ridurre significativamente l’incidenza dei tumori invasivi e la mortalità dovuta alla malattia, la diagnosi precoce resta un fattore decisivo, che necessita di essere potenziato.
Pertanto, è fondamentale investire sulla prevenzione per abbattere la mortalità dei tumori, ma anche per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, allineando l’Italia alla nuova Raccomandazione dell’Unione Europea sugli screening oncologici. È questo l’appello che All Can Italia, la coalizione multi stakholder che raggruppa Pazienti, Clinici, Esperti sanitari e Industria ha rivolto alle istituzioni nazionali in occasione della conferenza stampa “Attuare la raccomandazione dell’UE sugli screening oncologici per migliorare la diagnosi e il trattamento dei pazienti” tenutasi in Senato.
Promotrice dell’incontro la senatrice Elena Murelli, componente della 10a Commissione Sanità del Senato:
“L’Italia può essere uno dei primi Paesi ad adottare questa raccomandazione. È importante farlo proprio per andare in modo preventivo a fare una diagnosi precoce sulla nostra popolazione e naturalmente prevedere di diminuire quelli che sono i costi sanitari. Investiamo in prevenzione”.
All Can Italia si impegna a sostenere l’attuazione della raccomandazione dell’unione europea a rafforzare gli screening già esistenti che hanno dimostrato di ridurre l’impatto della malattia nelle popolazioni ad alto rischio come ha spiegato Paolo Bonaretti, portavoce di All Can Italia:
“Multi stakeholder significa che raccoglie associazione dei pazienti, associazioni scientifiche, personale dell’organizzazione sanitaria, studiosi del sistema sanitario e imprese che fanno parte di questa alleanza che ha lo scopo di migliorare la qualità delle cure per il cancro e migliorare l’accesso alle cure ed anche l’accesso alla diagnostica”.
La strada da fare è ancora lunga, ma l’impegno congiunto della comunità scientifica, delle istituzioni e delle associazioni pazienti può consentire alla prevenzione di diventare un pilastro del nostro servizio sanitario nazionale.