Roma, 14 lug. (askanews) – Inaccettabili pressioni al ribasso del prezzo del latte alla stalla, con forti tensioni che mettono a rischio tutto il sistema degli allevamenti in Puglia, decisioni unilaterali dei trasformatori e gesti estremi come il mancato ritiro del latte senza preavviso. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, che stigmatizza lo scenario critico sul prezzo del latte che si è nuovamente venuto a creare nella regioone.
“Il prezzo del latte alla stalla in Puglia – spiega Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità assicurare ai consumatori”.
In Puglia ci sono 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e quasi 20 formaggi riconosciuti tradizionali dal Masaf (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino).
In Puglia, secondo i dati di Coldiretti, ad oggi ci sono appena 2163 stalle per la produzione di latte. “Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere – conclude Coldiretti Puglia – spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”.