Roma, 3 lug. (askanews) – L’appuntamento (ancora ben lontano) delle elezioni europee crea già tensioni nel centrodestra italiano. Mentre la premier Giorgia Meloni lavora a un avvicinamento tra il Ppe e i conservatori di Ecr da lei presieduti, il numero uno di Forza Italia Antonio Tajani dice no a una alleanza con gli ultranazionalisti tedeschi di Alternative fur Deutschland e con Marine Le Pen, alleati di Matteo Salvini, che tuona: “Non accetto veti”. Si preannuncia così lunga e tortuosa la strada che porterà al voto nel giugno del prossimo anno per il rinnovo dei vertici di Bruxelles.
Meloni, che mercoledì sarà a Varsavia per un incontro di Ecr, ormai da qualche mese sta lavorando a una ‘alleanza’ con il Ppe, con l’obiettivo di creare una maggioranza di centrodestra che superi l’assetto ‘Ursula’ alla guida dell’Europa. Una tela non facile da tessere, viste le resistenze di parte del Ppe (in particolare la Cdu tedesca) a governare insieme ad alcuni dei partiti presenti tra i Conservatori e riformisti. Sulla proposta di un un patto per un centrodestra europeo senza i socialisti – ha detto la premier in una intervista al Corriere della Sera – “non ci sono trattative in corso. Di certo cresce la consapevolezza che l’accordo innaturale tra popolari e socialisti non sia più adeguato alle sfide che l’Europa sta affrontando”. Da qui al 9 giugno, ha ricordato, “ci saranno elezioni nazionali importanti. In Spagna, dove si vota a luglio, è possibile un governo di centrodestra con popolari e conservatori, dopo che in Italia, Svezia e Finlandia si sono imposti governi di centrodestra. Intanto a Bruxelles sui singoli provvedimenti si creano alleanze allargate alternative alla sinistra. È una fase stimolante, i conservatori e l’Italia possono giocare un ruolo centrale”.
Se la strada è ancora lunga per poter arrivare a un eventuale accordo Ppe-Ecr, la strada dei popolari sembra già nettamente sbarrata per Matteo Salvini e per i suoi alleati nel gruppo di ‘Identità e democrazia’. Tajani, vicepresidente del Ppe, oggi ha detto in modo “molto chiaro” che è “impossibile” per Forza Italia “fare un accordo” in Europa “con Alternative fur Deutschland e il partito della signora Le Pen”. Certo, ha aggiunto, “la Lega è cosa ben diversa, saremmo lieti di avere la Lega come parte di una maggioranza, ma senza Le Pen e Afd”.
Parole che hanno fatto infuriare Salvini, che proprio oggi avrebbe avuto in programma un incontro faccia a faccia con Marine Le Pen. Il colloquio di persona è saltato per quanto sta avvenendo in Francia, ma i due si sono parlati in videocollegamento. Salvini, ha fatto sapere la Lega, ha ribadito la “determinazione a costruire una casa comune del centrodestra alternativa ai socialisti, senza veti” con l’obiettivo di “realizzare il primo storico governo di centrodestra”. “Mai la Lega andrà con la sinistra e i socialisti e non accetto veti sui nostri alleati”, ha detto il leghista, secondo cui “l’unica speranza di cambiare l’Europa è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra. Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti”, ha avvertito.
La maggioranza sulle europee sta dando vita a un “teatrino imbarazzante” per il M5s mentre di “unità di cartapesta” parla Francesco Boccia del Pd. Proprio i Dem, domani, lanciano il percorso verso le europee da un luogo simbolo come Ventotene, dove nel 1941 Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, dal confino, scrissero il ‘Manifesto per un’Europa libera e unita’. Elly Schlein ha deciso di riunire sull’isola la segreteria Pd, dopo un omaggio alla tomba dello stesso Spinelli. La giornata sarà anche l’occasione per inaugurare la prima sede di un circolo Pd, che verrà intitolata a Ursula Hirschmann, madre fondatrice dell’Europa moderna e unita. “Vogliamo gettare le premesse della nostra campagna elettorale, perchè c’è in gioco tantissimo nel prossimo anno, con le elezioni Europee… Vogliamo iniziare da un’Europa federale e solidale, da un’Europa giusta”, ha spiegato Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria.