Le opposizioni (quasi) unite sul salario minimo: alla Camera una proposta unica (Renzi non ci sta) – askanews.it

Le opposizioni (quasi) unite sul salario minimo: alla Camera una proposta unica (Renzi non ci sta)

  Nota congiunta di Conte, Fratoianni, Richetti, Schlein, Bonelli e Magi
Giu 30, 2023

Roma, 30 giu. (askanews) – “La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni”. Lo affermano in una nota congiunta Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Partito Democratico), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+Europa) “Vogliamo infatti sottolineare con forza – spiegano – la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia. Per raggiungere questa finalità la nostra proposta prevede che: – al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvi restando i trattamenti di miglior favore; – a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali; – la giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo; – conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario; – sia disciplinata e quindi garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso; – sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati; – sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso”.

Matteo Renzi, invece, non firmerà la proposta sul lavoro insieme a Fratoianni Conte e Schlein come non firmerà proposte su giustizia o fisco con Meloni e Salvini. È quanto si legge in una nota di Italia Viva. “Il fatto di essere all’opposizione del governo Meloni – viene precisato – non significa essere in una coalizione alternativa. Nel merito sul salario minimo Italia Viva aveva presentato alle elezioni un testo diverso da quello che è stato proposto dal `campo largo’ e dunque, in coerenza con il mandato elettorale Italia Viva, proporrà degli emendamenti al testo, votando a favore dei punti su cui è d’accordo”. “Italia viva – conclude la nota – si comporterà allo stesso modo sui prossimi disegni di legge su giustizia, su infrastrutture, su sanità. Votiamo le leggi che ci convincono ma restiamo all’opposizione di Meloni e distanti dalle posizioni sul lavoro di Fratoianni Conte e Schlein”.