Milano, 26 giu. (askanews) – Nonostante lo spoglio lento l’esito delle elezioni regionali in Molise, con poco più della metà delle sezioni scrutinate, sembra assegnare nettamente la vittoria al candidato del centrodestra Francesco Roberti, stabilmente intorno al 64%, sullo sfidante del centrosinistra Roberto Gravina, intorno al 35%. La regione più piccola d’Italia conferma così la coalizione del presidente uscente Donato Toma e soprattutto, a livello nazionale, l’ottimo stato di salute della maggioranza di Giorgia Meloni. Un segnale di fiducia, in particolare, per Forza Italia, partito di Roberti (sostenuto anche da Fdi, Lega, Udc, Popolari, Molise che Vogliamo e Noi Moderati Roberti Presidente), al suo primo confronto con le urne dopo la scomparsa del leader Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere, ha ricordato il neo presidente, “è stato un insegnamento anche per questa campagna elettorale: appena uscito dall’ospedale non solo mi ha chiamato e mi ha incoraggiato, ma mi ha detto che si metteva a totale disposizione perché è sempre stato legato al Molise”. Questa vittoria, ha confermato, “è dedicata a lui” perché “era una persona instancabile, molto sensibile. Si merita tutto questo, ci manca molto”. Sulla stessa linea il coordinatore nazionale di Fi e vicepremier, Antonio Tajani, secondo il quale il voto molisano “onora la memoria” di Berlusconi e “conferma ancora una volta la validità del suo progetto politico”.
Sul fronte opposto il pentastellato Roberto Gravina, sostenuto anche da Pd, Avs, Socialisti, Costruire Democrazia e Gravina Presidente, ha pagato soprattutto il crollo del proprio partito che, da prima forza della regione nel 2018, si è ridimensionato fino al terzo posto nella coalizione sconfitta, dietro alla lista civica del candidato presidente e al Pd. “Se ci fosse Berlusconi farebbe la battuta calcistica: abbiamo fatto il triplete” ha continuato Roberti riferendosi al ridimensionamento del M5s nelle ultime tornate elettorali.
La foto scattata in campagna elettorale a Campobasso con la segretaria dem Elly Schlein insieme al leader pentastellato Giuseppe Conte e a quello di Si Nicola Fratoianni non passerà dunque alla storia, a differenza di quella di Vasto del 2011, come emblema del nuovo “campo largo”, anche se la stessa Schlein ha invitato a non mettere in scena la replica del dopo-amministrative invitando i suoi a evitare “psicodrammi”.