Genova, 26 giu. (askanews) – A Genova è stata presentata oggi in anteprima mondiale, nell’ambito delle celebrazioni per il cinquantesimo compleanno di The Ocean Race, l’Agenda condivisa dei sindaci per la transizione, un piano comune che vedrà la collaborazione tra i Comuni, con Genova capofila, e la Commissione europea. Il Comune di Genova, in collaborazione con Sdg4Med, ha organizzato infatti un evento per far conoscere la missione europea “Restore our Oceans and Waters by 2030”, dal titolo “Implementare la Mission Oceans and Waters: l’Agenda Condivisa dei sindaci per la transizione”.
Al centro della giornata, aperta dai messaggi di saluto della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e del ministro degli Esteri Italiano Antonio Tajani, oltre al tema dell’acqua come risorsa sempre più preziosa, il confronto tra l’agenda europea e i piani di lavoro delle realtà locali, con il reciproco impegno di fare fronte comune.
“Presentare oggi la prima agenda di transizione comune dei sindaci – ha spiegato il sindaco di Genova Marco Bucci – è un punto di arrivo ma anche di partenza verso un ambizioso lavoro in sinergia dedicato alla cultura e tutela degli oceani. La Eu Mission Charter nasce per costruire un nuovo modo di rapportarsi con il mare e con l’acqua, oro blu che sta alla base delle nostre vite. Le città a vocazione portuale hanno il dovere di impegnarsi e attivarsi per tutelare l’ambiente marino e sostenere concretamente la blue economy: Genova sta lavorando per diventare la città pilota nel sviluppare l’economia del mare nel rispetto dell’ambiente”.
“La salvaguardia dell’ambiente marino – ha aggiunto il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi – è un tema prioritario. L’aumento della mobilità per mare deve essere accompagnato dalla riqualificazione del sistema marino spingendo soprattutto sul tema emissioni zero da parte del naviglio da diporto e commerciale. Ho affrontato la questione anche in Giappone, al G7 Trasporti, riguardo ai green shipping corridor e al rilancio di una mobilità sempre più sostenibile in ambiente marino. Il tema dell’Ocean Race si sposa pienamente con le dinamiche internazionali per una maggiore comprensione del futuro degli oceani come del nostro mar Mediterraneo che, seppur piccolo, sviluppa il 25% del traffico commerciale mondiale e il 60% del traffico da diporto. Bisogna lavorare su nuove tecnologie che rendano fruibili i nostri mari, nel rispetto dell’ambiente e del pianeta intero”.
“Questa – ha concluso l’europarlamentare della Lega, Marco Campomenosi – è la transizione ecologica di cui c’è bisogno: quella che parte dal basso verso l’alto, dagli enti locali all’Europa con pragmatismo e concretezza. Infatti, uno sviluppo sostenibile è possibile solo se a guidarlo sono le realtà locali, in prima linea e consapevoli delle esigenze dei territori”.
Nel 2022 la Commissione Europea ha avviato cinque “Missioni” finalizzate a mettere in campo risorse economiche e azioni concrete per dare la risposta migliore alle nuove sfide ambientali e sociali che si pongono davanti. Tra queste, la Missione Oceans and Waters che si pone come obiettivo quello di velocizzare il processo di rigenerazione della salute dei mari e dei bacini di acqua dolce, nel rispetto delle politiche internazionali. Le autorità locali che hanno aderito alla coalizione dei sindaci hanno quindi presentato il piano comunque che, in parte, è già in stato di attuazione. Tramite la coalizione i Comuni collaboreranno con la Commissione europea per i prossimi anni, attraverso una forma di coinvolgimento nuova tra realtà territoriali e istituzioni europee.
Genova è stata la prima città europea ad aver aderito alla Missione già nel settembre 2022 e ha promosso la coalizione dei sindaci per la Missione Oceani che, ispirandosi al piano d’azione Genova Lighthouse 2030, allinea i programmi di sviluppo dei Comuni aderenti con gli obiettivi della missione e delinea un percorso attuativo anche in collaborazione con tutti i soggetti utilizzatori del mare, inclusi i porti, gli armatori, i pescatori e, non ultimi, i rappresentanti della sponda meridionale del Mediterraneo, mare la cui condivisione dovrà sempre più avvenire secondo criteri di sostenibilità ambientale e collaborazione anche a beneficio delle future generazioni. Gli obiettivi di sostenibilità dovranno, infatti, essere perseguiti da tutti i soggetti coinvolti, che dovranno fare squadra e tagliare tutti insieme il traguardo del 2030.