Roma, 21 giu. (askanews) – “La detassazione degli utili reinvestiti nelle imprese, cioè non distribuiti ai soci, costituisce la principale misura per incentivare l’aumento della produttività delle imprese stesse, fattore determinante per alzare il livello dei salari che in Italia non cresce da circa 20 anni”. Così Roberto Sorcinelli, segretario nazionale PLI commenta le proposte avanzate dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi. “La tanto sbandierata misura del polo progressita di industria 4.0 altro non è che detassazione di utili reinvestiti, peraltro copiando le precedenti misure attuate da Tremonti dal 2004 al 2010”.
“Aumentare – prosegue Sorcinelli – la produttività del lavoro e delle imprese per aumentare la crescita economica: se non riusciamo a crescere più del costo medio del debito saremo costretti a dover ricorrere ad elevati avanzi primari, ovvero la differenza tra entrate e spesa pubblica non da interessi, che deprimono ulteriormente la crescita perché si risolvono in una sottrazione netta di risorse al sistema economico. In Italia – sottolinea Sorcinelli – la crescita della produttività è ferma dagli anni ’80. A fine 2020 in Italia con un’ora di lavoro si generano 55 dollari di PIL. In Germania, 67 dollari. In un quarto di secolo siamo diventati del 20% relativamente più poveri dei lontani parenti di Germania”.
“Cosa fare per aumentare la produttività? Cioè il rapporto tra la quantità di output e le quantità di uno o più input utilizzati per la sua produzione, tipicamente capitale e lavoro con l’innovazione di processo, ottenuto attraverso gli investimenti in ricerca e sviluppo che permette di fare di più con lo stesso numero di ore, ed in formazione dei lavoratori, generando per l’impresa una quota addizionale di domanda, mette in condizione l’impresa medesima di aumentare il livello di produzione e occupazione. L’insufficiente investimento italiano in R&S è dimostrato dalla modesta quota di brevetti italiani depositati all’ufficio brevetti europeo: l’8 per cento circa contro il 45 per cento circa della Germania, il 18 per cento della Francia, il 14 per cento del Regno Unito. In Estonia considerato la nazione con il miglior sistema fiscale al mondo gli utili non distribuiti non vengono tassati e ciò ha consentito l’aumento della produttività e di conseguenza la crescita dei salari. Inoltre sempre in Estonia per le persone fisiche vige un sistema di aliquota unica proporzionale al 20% che incentiva la produzione di reddito e consente di avere un cuneo fiscale sui salari vicino alla media OCSE del 34%. L’Italia invece ha un cuneo medio fiscale superiore alla media di 14 punti e ciò disincentiva la produzione di reddito ed induce molti lavoratori qualificati a trasferirsi all’estero, causando una carenza di personale qualificato per le imprese italiane, che perdono così ulteriore competitività”, conclude.