Venezia, 21 giu. (askanews) – “Il nostro Paese non può prescindere da un vero progetto che assicuri ai giovani la possibilità di dedicarsi all’agricoltura. La terra va data ai giovani che hanno voglia di lavorarla e di fare impresa. Sono la garanzia di sostenibilità perché sono cresciuti e culturalmente predisposti in quest’ottica. Questo è il vero investimento per il domani, prevedendo anche di poter loro affidare terreni demaniali che così sarebbero salvati dal degrado e dall’abbandono”.
Sono parole del presidente della Regione del Veneto, oggi in veste di ex ministro delle Politiche Agricole all’incontro con i colleghi degli ultimi trent’anni convocato a Roma nella sede di via XX settembre, dal ministro Lollobrigida.
“Se non pensiamo ai giovani la nostra agricoltura è finita – aggiunge il Governatore -. Mentre si parla di futuro, loro già lo vivono. Quando decidono di aprire un’azienda agricola, infatti, lo fanno pensando al biologico, all’ecosostenibile, all’economia circolare perché su queste materie sono già allineati. D’altra parte, invece, ci sono fondi demaniali incolti, caserme chiuse con notevoli estensioni di terreni intorno abbandonati, la cui immagine è anche poco edificante sapendo che il proprietario è l’ente pubblico. Dobbiamo riconoscerlo, se da un lato la pubblica amministrazione non sempre è in grado di avere le possibilità per dimostrarsi un buon gestore fondiario perché non è quella la sua missione sociale, dall’altro quella di affidare queste terre ai giovani intraprendenti è una scelta strategica perché sarebbero coltivate e valorizzate. Un investimento di tanta resa con poca spesa”. Una considerazione che il Presidente del Veneto fa anche in funzione della sovranità e autosufficienza alimentare. “Dobbiamo lavorare affinché ci sia cibo per i nostri cittadini a fronte di qualsiasi esigenza – spiega Zaia -. Sembra quasi anacronistico ma forse lo è un po’ meno da un anno questa parte. Abbiamo capito che la riserva alimentare è la vera sfida. Questo Governo la ha già raccolta nella definizione di sovranità alimentare. Dobbiamo essere tutti consapevoli che l’agricoltura è il settore strategico attorno al quale ruota tutto il resto: dal tema della sostenibilità a quello dell’agroalimentare e fino al fashion perché senza un vettore come i prodotti tipici il made in Italy non esisterebbe. Agricoltura e identità, quindi, sono un binomio perché dietro ogni prodotto c’è la storia di un territorio e di un popolo”.