Genova, 19 giu. (askanews) – “Se passasse quanto deliberato, diventerebbe possibile, a determinate condizioni, costruire case, capannoni e manufatti anche in aree fluviali e limitrofe ad alto rischio. Una situazione che esporrebbe ad un rischio inaccettabile persone, abitazioni e intere comunità e centri abitati della nostra regione”. Lo afferma in una nota il consigliere del Pd in Regione Liguria, Roberto Arboscello, commentando la modifica delle fasce di rischio per gli eventi alluvionali proposta dalla giunta Toti.
“Lo schema di regolamento – sottolinea Arboscello – recante ‘Disposizioni concernenti l’attuazione dei Piani di bacino distrettuali, anche stralcio, per le aree a pericolosità da alluvione fluviale e costiera’, deliberato dalla giunta Toti lo scorso 11 maggio e che nei prossimi giorni sarà in discussione in Commissione e in Consiglio regionale, va respinto con forza”.
“Ancora una volta – sostiene il consigliere dem – siamo di fronte ad un’azione amministrativa di estrema superficialità. Prima di andare a modificare un impianto di legge è necessario e inderogabile riaggiornare le carte delle fasce idrauliche, con la perimetrazione del reale ed oggettivo pericolo, eseguendo nuovi calcoli, basandosi sui livelli di pioggia attuali, consistentemente differenti da quelli di oltre vent’anni fa, quando sono stati pensati gli attuali piani di bacino”.
“La Liguria – ricorda Arboscello – è tra le prime regioni in Italia per consumo del suolo e per numero di abitanti residenti in aree di pericolo esondazione, basta osservare i dati pubblicati da Ispra. È innegabile che, dopo quanto successo con gli eventi alluvionali che hanno colpito l’Emilia Romagna, la preoccupazione sia aumentata: a tutti sono tornate alla mente le immagini dell’esondazione del Bisagno, del Magra e del Centa, solo per citarne alcune negli anni nel nostro territorio”.
“Declassificare le fasce idrauliche ‘su carta’ e sottostimare i rischi – conclude il consigliere regionale del Pd – è un’azione estremamente pericolosa, considerando in particolare che piani di bacino vigenti in tutta la Liguria hanno visto la loro genesi intono al 2003, con studi geomorfologici ed idraulici che risalgono addirittura alla fine degli anni novanta del secolo scorso”.