Lussemburgo, 16 giu. (askanews) – Il Mediterraneo centrale rimane la principale rotta migratoria verso l’Ue, attraverso cui passa la metà di tutti gli arrivi di migranti irregolari rilevati alle frontiere esterne dell’Unione, che nei primi cinque mesi dell’anno sono stati 102.000, il 12% in più rispetto a un anno fa. Lo afferma Frontex, l’Agenzia per i guardacoste e le frontiere esterne dell’Ue, nel suo rapporto mensile pubblicato oggi.
Nel Mediterraneo centrale, nei primi cinque mesi dell’anno, il numero di rilevamenti è più che raddoppiato (158%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Gli arrivi sono stati 50.318 in cinque mesi, di cui 8.026 solo a maggio. È il numero più alto registrato dal 2017. Le nazionalità più presenti nei flussi sono quelle della Costa d’Avorio, dell’Egitto e della Guinea.
Più di 2.700 ufficiali del Corpo permanente e del personale di Frontex, riferisce l’Agenzia, sono coinvolti in varie operazioni a sostegno degli Stati membri e dei paesi limitrofi nella protezione delle frontiere esterne dell’Ue e nella lotta alla criminalità.
L’aumento dei flussi lungo la rotta mediterranea contrasta con la loro diminuzione lungo le altre rotte. Complessivamente, a maggio sono stati rilevati 19.800 attraversamenti irregolari delle frontiere (di cui 8.026 nel Mediterraneo centrale), con un calo del 31% su base annua. Gli ingressi da altre rotte migratorie verso l’Ue hanno registrato riduzioni che vanno dal 6% lungo il Mediterraneo occidentale fino al 47% sulla rotta dell’Africa occidentale.
Queste riduzioni sono principalmente correlate a lunghi periodi di maltempo lungo le rotte interessate, che hanno reso ancora più rischiosi i viaggi a bordo di imbarcazioni non idonee alla navigazione.
Tuttavia, conclude Frontex, “la pressione migratoria nella regione” del Mediterraneo “rimane elevata, e possiamo aspettarci un aumento dell’attività dei trafficanti nei prossimi mesi”.