Roma, 15 giu. (askanews) – Il Giappone potrebbe avviarsi, a dispetto di un’apparente stabilità, verso nuove elezioni anticipate. A fare il probabile passo sarà il primo ministro Fumio Kishida, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la sua presa sulla Dieta, il parlamento nipponico, puntando ad avere i numeri per procedere a una complicata riforma costituzionale, ma soprattutto per imporre al suo stesso partito – il Partito liberaldemocratica – la forza della sua candidatura in vista delle elezioni interne per la leadership.
L’occasione a Kishida potrebbe venire paradossalmente dalla decisione del principale concorrente d’opposizioone, il Partito democratico costituzionale, di procedere con la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del premier, motivata dal no a una controversa proposta di legge sull’emissione di nuove carte d’identità digitali, ma anche dalla spinosa vicenda dell’ex segretario personale di Kishida, cioè suo figlio Shotaro Kishida, licenziato per aver avuto comportamenti inappropriati al ruolo.
In realtà la mossa del premier avrebbe la sua motivazione profonda nella volontà di capitalizzare un’impennata nel sostegno pubblico registrata dopo la sua visita a Kiev e con il summit G7 di Hiroshima (19-21 maggio) e fotografata dai sondaggi. Negli ultimi cinque mesi il gabinetto Kishida è uscito da una fase di bassa fiducia e il consenso si è attestato tra il 45 e il 50 per cento, come ha segnalato il Nikkei.
Nelle ultime settimana, il primo ministro si è impegnato in maniera molto attiva a definire una serie di politiche, un vero e proprio programma, da realizzare entro la fine dell’anno. I campi toccati vanno dall’assistenza all’infanzia (in un paese che vive un rapido invecchiamento), alle catene di approvvigionamento, fino alla sfida della decarbonizzazzione.
Gli obiettivi posti sono ambiziosi, meno chiare le fonti di finanziamento. E questo ha fatto pensare a molti osservatori che l’aspetto elettoralistico abbia un suo peso nella definizione di questi programmi. “Vogliamo risolvere i problemi sociali e creare nuovi motori di crescita per costruire una società più sostenibile e inclusiva”, ha affermato Kishida.
Le elezioni anticipate potrebbero essere così indette per l’autunno, in tempo per avviare una serie di discussioni per un budget aggiuntivo in sede di sessione straordinaria della Dieta. Quindi, sciogliere questo mese il parlamento, darebbe a Kishida l’agio di poter presentare il suo programma senza troppo preoccuparsi di definire da subito anche le coperture.
Inoltre consentirebbe a Kishida di capitalizzare l’onda economica post-pandemica, dopo che gli anni duri del Covid-19, da lui traghettato fuori dalla pandemia.
I principali assi del suo programma sono la politica di sostegno alla natalità, la riforma del mercato del lavoro con l’obiettivo di aumentare la mobilità, le catene di approvvigionamento e la strategia di transizione ecologica.
Per la politica di sostegno alla natalità e all’infanzia, Kishida vorrebbe mettere in campo qualcosa come 3.500 miliardi di yen (23 miliardi di euro). Il Giappone sta vivendo una profonda crisi demografica che potrebbe intaccare in maniera decisiva le prospettive di crescita economica e l’efficienza del sistema-paese.
Le modifiche proposte sul tema del mercato del lavoro includono il sostegno ai lavoratori che desiderano acquisire nuove competenze e l’allentamento del sistema di indennità di disoccupazione per coloro che lasciano il lavoro per motivi personali, consentendo potenzialmente un flusso più agevole di lavoratori nei settori in crescita. Inoltre il premier vorrebbe metter mano ai sistemi previdenziali, rendendo più facile per le persone cambiare lavoro .
Kishida ancora punta a rafforzare il ruolo del Giappone nelle catene di approvvigionamento per i componenti strategici, a partire dai chip. Il governo ha annunciato una strategia per triplicare le vendite di semiconduttori di produzione giapponese entro il 2030.
Inoltre il capo del governo vede per il Giappone un futuro come hub finanziario globale per gli investimenti diretti alla trasformazione energetica e verde.
La gara che Kishida si troverà ad affrontare col voto non sarà contro l’opposizione – che è debole e frammentata – ma soprattutto contro sé stesso e la sua capacità di compattare il partito e attirare il consenso. Le formazioni dell’opposizione sono fragili e l’unica, parziale preoccupazione esterna, è rappresentata dal rischio che qualche piccolo partito conservatore possa far perdere qualche voto a destra.
Invece il rischio principale per il primo ministro è interno: se non riuscirà a ottenere un risultato migliore della vittoria delle ultime elezioni politiche, che si sono tenute il 31 ottobre 2021 e che Kishida anche sull’onda emozionale dell’uccisione dell’ex primo ministro Shinzo Abe, potrebbe risultare indebolito nella corsa per la leadership il prossimo anno.