Roma, 12 giu. (askanews) – Dal Rapporto AlmaLaurea 2023 – che ha analizzato le performance formative di oltre 281.000 laureati del 2022 di 77 università e la condizione occupazionale di circa 670.000 laureati di 78 università, di primo e secondo livello del 2021, 2019 e 2017 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo – emergono per l’Università di Pisa punti di forza e anche alcuni punti di debolezza che da tempo – segnala Unipi – caratterizzano l’Ateneo.
Viene confermata innanzitutto la sua spiccata attrattività, con il 28,8% dei laureati delle triennali che proviene da fuori regione (sono il 26,8% in Toscana e il 20,8% in Italia) e il 44,1% dei laureati delle magistrali biennali (38,7% in Toscana e 30,5% in Italia). Meno lusinghiere – segnala Unipi – le percentuali che riguardano i laureati di cittadinanza estera, ambito in cui l’Università di Pisa si ferma al 2,4% per le triennali e al 4,2% per le magistrali biennali, contro rispettivamente il 3,5% e il 6,8% della Toscana e il 3,3% e il 6,8% dell’Italia.
L’età media di laurea e, ancor di più, la quota di laureati in corso sono punti dolenti già noti, – segnala Unipi – mentre il voto medio di laurea (105,6) vede Pisa leggermente sopra sia il dato regionale (104,9) che quello nazionale (104). In linea con quanto avviene in Toscana, e comunque molto alta, è la percentuale dei laureati che si dichiara soddisfatta dell’esperienza universitaria nel suo complesso, che per l’Ateneo pisano è pari all’88,7%. Il 73,3% sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso ateneo e il 7,9% si iscriverebbe a un altro corso dello stesso ateneo.
Molto positivi, anche qui come da tradizione, sono i risultati relativi alla condizione occupazionale, soprattutto per quanto riguarda i laureati di secondo livello contattati a uno e a cinque anni dal conseguimento del titolo. In questi casi il tasso di occupazione è rispettivamente dell’80,4% e del 90,5% per l’Università di Pisa, contro il 78,6% e il 90,2% della Toscana e il 77,1% e l’88,7% dell’Italia. Non solo. Anche a livello di retribuzione mensile netta, i laureati pisani dichiarano una media di 1.409 euro a un anno dal titolo e 1.783 euro a cinque anni, contro rispettivamente 1.352 euro e 1.698 euro della regione e 1.366 e 1.697 euro del dato nazionale. La laurea viene giudicata efficace o molto efficace ai fini lavorativi dal 75,1% degli intervistati pisani, a un anno dalla laurea, con un dato più alto del 72,6% toscano e del 68,7% italiano.
“I dati di Almalaurea – ha commentato la delegata per le Attività di orientamento, Laura Elisa Marcucci – sono incoraggianti, perché dimostrano come l’Università abbia un ruolo fondamentale nell’aiutare le giovani e i giovani a costruirsi un progetto di vita soddisfacente. Tuttavia, si può e si deve migliorare. In particolare, occorre aiutare le nostre studentesse e i nostri studenti a compiere il loro percorso di studi nei tempi stabiliti. Per questo l’Ateneo sta investendo sull’orientamento in ingresso, per far sì che la scelta sia quella giusta sin dall’inizio, e sul sostegno in itinere, che grazie al peer-tutoring permetta di superare più facilmente gli ostacoli che possono presentarsi durante il percorso formativo. L’Università di Pisa ha già messo in campo diverse attività di orientamento per le studentesse e gli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, anche grazie ai fondi del Pnrr, e ha partecipato con venti progetti, di cui due come capofila nazionale, al recente bando del Mur relativo ai Piani Lauree Scientifiche (PLS) e Piani per l’Orientamento e il Tutorato (POT)”.