Milano, 8 giu. (askanews) – Un anno di prevenzione, con oltre 15mila volontari coinvolti in 18 centri in tutta Italia. All’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano abbiamo provato a tracciare un bilancio dei 12 mesi del programma di screening polmonare RISP, basato sull’utilizzo della Tomografia assiale computerizzata spirale toracica e non limitato al solo tumore ai polmoni. “La TAC spirale è un esame molto semplice, innocuo, con bassissime dosi di radiazioni, senza contrasto, si fa in pochi secondi – ha detto ad askanews il dottor Ugo Pastorino, direttore della Struttura complessa di Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori e coordinatore del programma RISP -. E ci dà una fotografia non solo dei noduli che potrebbero essere un tumore, ma anche di come è il cuore e di come sono i polmoni. Attraverso la TAC noi oggi sappiamo chi ha un rischio elevato di ammalarsi o morire per patologia cardiaca o per patologia polmonare cronica. Quindi siamo in grado di offrire una prevenzione personalizzata, non su un rischio generico in base a età e fumo, ma individuale”.
Prevenzione che è anche direttamente legata alla battaglia contro il fumo, che nell’ambito della campagna RISP viene portata avanti parallelamente allo screening, grazie all’utilizzo di un farmaco naturale, la citisina. “La citisina – ci ha spiegato il dottor Roberto Boffi, responsabile della Pneumologia e del Centro antifumo dell’Istituto – è un ottimo farmaco perché, prima di tutto, non è nicotina, quindi non dà dipendenza. Non è neanche un antidepressivo, quindi non è un farmaco riciclato, che poi è stato visto che fa anche smettere di fumare. È proprio una sostanza ad hoc in grado di ‘fregare’ la nicotina: è un agonista-antagonista della nicotina, il che significa che si lega ai recettori cerebrali della nicotina, con un legane ancora più forte rispetto alla stessa nicotina, ed evita che quando fumiamo sentiamo piacere”.
Nel 2022, sono state stimate circa 43.900 nuove diagnosi di tumore al polmone, di cui 14.600 tra le donne. Questa è la seconda neoplasia più frequente negli uomini e la terza nelle donne. Ancora oggi in oltre sette casi su dieci il tumore al polmone viene diagnosticato in fase avanzata. Obiettivo del RISP è dimostrare il vantaggio dello screening mediante TAC nell’anticipare la diagnosi e invertire così questi dati. È stato dimostrato infatti che può ridurre la mortalità per tumore polmonare dell’8-26% per gli uomini e del 26-61% nelle donne.
“L’aspetto che voglio sottolineare è che abbiamo medici, infermieri e tecnici – ha concluso il dottor Carlo Nicora, direttore dell’Istituto di ricerca e cura all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori – che lavorano prevalentemente per curare e che invece in questo progetto sono scesi nell’arena della prevenzione. Un altro esempio di come il medico ospedaliero può interpretare sia la cura sia il momento della prevenzione”. Prevenzione che, ancora una volta, si rivela essere la parola chiave. Ma che, nel caso del tumore ai polmoni, è sostenuta anche da una forte battaglia contro ogni tipo di fumo.