Roma, 8 giu. (askanews) – “Nel biennio 2023/2024 AstraZeneca investirà in R&S 97 milioni di euro e realizzeremo più di 200 studi clinici, grazie alla collaborazione con oltre 300 centri di ricerca dislocati su tutto il territorio italiano. Per questo siamo convinti che serva collaborazione, semplificazione e una partnership tra pubblico e privato per confermare la leadership italiana in Europa e nel mondo”. Lo ha detto Lorenzo Wittum, Presidente e AD di AstraZeneca Italia durante la seconda edizione di “Talkin’ Minds: AstraZeneca parla al futuro” dal titolo “Dalla demografia all’economia: il ruolo delle scienze della vita per l’Italia”, organizzato a Roma con il patrocinio di Farmindustria e di Federated Innovation, a cui è intervenuto tra gli altri anche Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Al centro del dibattito tra istituzioni, società scientifica e mondo delle life science la trasformazione socio-demografica italiana, il suo impatto sul sistema sanitario e l’opportunità offerta da una popolazione più longeva e in salute.
La sfida demografica è oggi una delle più importanti, insieme a quella ambientale. Negli ultimi decenni la popolazione mondiale è infatti cresciuta rapidamente, è divenuta più longeva. Nel 2022 siamo arrivati ad 8 miliardi di persone e l’80% degli over 65 vive nelle 20 economie maggiormente sviluppate che producono l’85% del PIL mondiale. Nel nostro Paese il dato è ancora più rappresentativo, dal momento che l’Italia ha l’indice di vecchiaia – ovvero il rapporto tra la popolazione over 65 e quella under 15 – più alto nell’Unione Europea. Seppure grazie ai progressi dell’innovazione terapeutica e a una maggiore consapevolezza degli stili di vita oggi sia possibile prolungare la vita attiva e in salute, il peso delle malattie croniche e ad alto impatto sociale costituisce una sfida per i sistemi sanitari.
“In questa edizione abbiamo voluto mettere al centro l’esigenza di un sistema sanitario e sociale che sia longevo e sostenibile e la necessità di affrontare in maniera strutturale i temi più critici: garantire l’accesso alle cure e al contempo diffondere una corretta cultura della prevenzione e della diagnosi precoce”, ha detto ancora Wittum.
Fondamentale il ruolo delle Life Science, definito il più grande investimento “in salute” al mondo e l’Italia non fa eccezione. Nel 2022 le imprese del farmaco – è stato evidenziato – hanno investito in Ricerca e Sviluppo 1,9 miliardi di euro, circa il 7% del totale degli investimenti in Italia (+11% rispetto al 2021). Dal 2017 al 2022 la crescita degli investimenti in R&S è stata del 22%, dinamica che ha portato a risultati molto importanti, in particolare in alcune aree di specializzazione, e frutto sempre più di partnership con le strutture pubbliche. Per ogni euro investito in studi clinici il beneficio economico complessivo per il Ssn è 3 euro.
“Evidenziare le opportunità offerte dal cambiamento demografico è un’occasione importante affinché la longevità si possa tradurre in occasione di crescita e sviluppo per l’Italia, ha commentato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel messaggio inviato. “Vi è, infatti, una sempre più forte correlazione tra i temi della demografia e quelli della crescita economica, e in questo l’industria farmaceutica diviene sempre più un settore strategico perché in grado di fornire gli strumenti per migliorare la qualità di vita dei cittadini consentire loro di essere sempre di più parte attiva del mondo produttivo. Per tale ragione il Governo e questo Ministero si impegnano a sostenere le imprese straniere che intendono puntare sull’Italia, al fine di favorire l’attrazione di nuovi investimenti in ricerca e innovazione nel settore farmaceutico così da rendere il nostro Paese più competitivo, pronto ad affrontare le sfide future che ci attendono, rafforzando la nostra sicurezza e dunque la nostra crescita”.
Dal dibattito è emersa la necessità di un quadro di regole che riconosca la farmaceutica come settore strategico affinché l’Italia, nel quadro della competizione globale, possa mantenere e accrescere il suo valore industriale. È necessario coniugare accesso alle cure, sostenibilità della spesa, valorizzazione e rafforzamento degli investimenti, in un contesto di collaborazione pubblico-privato per l’attrattività del Paese e quindi: garantire un finanziamento adeguato alla domanda di salute e all’innovazione farmaceutica, con meccanismi per la valutazione degli effetti clinici, sociali ed economici delle cure; rendere politiche sanitarie e industriali coerenti con gli obiettivi di sviluppo del Paese; innovare e semplificare il sistema regolatorio, fondamentale per la competitività e per l’accesso alle terapie.
“Il nostro Paese dal punto di vista strategico può e deve puntare sulla qualità della vita e sulla longevità come elemento di sviluppo e di valore, e questo obiettivo può essere raggiunto solo se investiamo sulla qualità della salute e delle cure – ha detto Ugo Cappellacci, Presidente XII Commissione Camera dei Deputati, intervenuto all’interno della tavola rotonda sulle politiche necessarie per garantire un sistema equo e sostenibile – Dopo il momento difficile dell’emergenza pandemica, durante la quale abbiamo fatto esperienza di quanto sia importante avere un Sistema Sanitario solido, è il momento di affrontare la sfida della longevità a nostro favore, facendo leva sull’importanza della prevenzione, in particolare in campo oncologico, attraverso programmi di screening volti ad una presa in carico precoce e ad una maggiore appropriatezza terapeutica”.
“L’aumento della longevità in Italia rappresenta una sfida significativa per la sostenibilità dei sistemi sanitari, rendendo necessario un nuovo modello che garantisca accesso alle cure, promuova la prevenzione e assicuri la sostenibilità delle cure. In questo contesto, l’investimento in innovazione farmaceutica, ricerca nelle terapie geniche, oltre alla digitalizzazione del settore delle life science, assumono un ruolo cruciale – ha dichiarato nel suo intervento Sandra Savino, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Innovazione farmaceutica e terapie geniche, in particolare, rappresentano un’opportunità significativa. Esse possono offrire soluzioni innovative per malattie attualmente incurabili o difficili da gestire. Parallelamente, la digitalizzazione offre l’opportunità di diagnosi precoce e gestione remota delle cure, contribuendo a ritardare la progressione delle malattie e a ridurre i costi sanitari. È importante considerare l’investimento non come un semplice costo, ma come una spesa d’investimento. Nonostante l’elevato costo iniziale, esse possono portare a un risparmio a lungo termine, riducendo i costi legati alla gestione cronica delle patologie e migliorando la qualità di vita dei pazienti. Questa visione richiede un cambio di prospettiva: si passa da un approccio di breve termine basato sui costi, a uno a lungo termine, incentrato sull’investimento per la salute e la longevità”.