Roma, 1 giu. (askanews) – I giudici della corte d’assise d’appello della Capitale sono in camera di consiglio per la sentenza per l’omicidio di Luca Sacchi, il giovane personal trainer ucciso con un colpo di pistola alla nuca nella notte tra il 23 e il 24 ottobre del 2019, nella zona del Parco della Caffarella, a Roma. Il sostituto procuratore generale Francesco Mollace ha chiesto la conferma delle condanne per i 4 imputati. In apertura dell’udienza Marcello De Propris, il ragazzo che consegnò l’arma del delitto, che ha avuto 25 anni, ha reso dichiarazioni spontanee dicendosi “dispiaciuto per quanto avvenuto. Mi rendo conto che anche per colpa mia è morto un ragazzo, ho un rimorso enorme per aver dato l’arma a quella persona e mi vergogno per aver creato questa situazione”. In primo grado i giudici hanno condannato Valerio Del Grosso, autore materiale dell’omicidio, a 27 anni mentre il suo complice nell’aggressione, Paolo Pirino, è stato condannato a 25 anni, così come De Propris, che consegnò l’arma del delitto. Per la fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti, i giudici avevano deciso una condanna a 3 anni.