Roma, 29 mag. (askanews) -“Non c’è proprio nulla che condividiamo della visione e della linea politica seguita da Maurizio Fugatti sui temi relativi agli animali e all’ambiente. Indirizzi che la nostra associazione ha più volte contestato anche con toni molti aspri. Ma la nostra contrapposizione non è mai uscita dal solco del confronto dialettico; rifiutiamo ambiti malsani che non ci appartengono, non ci rappresentano, non fanno parte né della nostra cultura né del nostro modo di essere». Così la presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi, sulla lettera minatoria inviata al presidente della PAT. «La violenza e le intimidazioni non sono la nostra cifra. La battaglia che stiamo conducendo contro la PAT per fermare i progetti di deportazione e di uccisione degli animali selvatici, degli orsi domani chissà quali altre specie, non ci impedisce di esprimere al presidente Fugatti la nostra solidarietà per il gesto di cui è stato vittima insieme con la propria famiglia”.
Al contempo, le minacce subite dal presidente della PAT non cancellano la realtà di un contrasto che – lo confermano gli eventi di questi giorni – sta oltrepassando i livelli di guardia: “Al Ministero dell’Ambiente chiediamo un’assunzione di responsabilità, non atteggiamenti pilateschi. Il Ministro ridia slancio a quell’impulso di dialogo che aveva promosso con la convocazione del tavolo sugli orsi e che da più di un mese non ha più avuto seguito. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e lo Stato non può certo spogliarsi delle sue prerogative delegandole alla Provincia di Trento”.