Roma, 26 mag. (askanews) – “I nuovi parametri che saranno adottati per il dimensionamento scolastico dal 2024/2025 sono, per l’Abruzzo, meno impattanti rispetto a quanto emerso in un primo momento dalla lettura della bozza di decreto ministeriale”. Lo afferma l’assessore regionale all’Istruzione, Pietro Quaresimale, che proprio in ragione di quanto emerso nella sede della Conferenza Unificata, ha avuto un’interlocuzione con il ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, all’indomani del parere favorevole alla bozza di decreto espresso dalla Conferenza.
“Il Ministro e i tecnici dell’Istruzione – chiarisce Quaresimale – mi hanno confermato che il dato dei 900 alunni è un parametro che verrà spalmato su tutto il territorio regionale, per cui scuole con meno di 900 alunni non verranno automaticamente accorpate, lasciando autonomia alle Regioni. Inoltre, e su questo il Ministro Valditara è stato chiaro, il decreto terrà conto della specificità dei territori, tutelando naturalmente quelle realtà che negli ultimi anni registrano criticità demografiche. In questo senso, mi ritengo ampiamente soddisfatto dall’interlocuzione avuta con il Ministro Vaditara, la cui proposta di decreto mostra margini di movimento e soprattutto migliorativa delle tabelle di simulazione elaborate dal Coordinamento tecnico. Certo – aggiunge l’assessore – ci saranno degli accorpamenti, ma questi non incideranno affatto sia sulla qualità dell’offerta scolastica, sia sull’attività del corpo docente delle scuole interessate, sia sulla tenuta dei servizi sul territorio”.
La bozza di decreto ministeriale sul dimensionamento scolastico prevede un incremento in Abruzzo delle posizioni dirigenziali, che passeranno a 179 dal 2024, ma riduce a casi molto particolari e ampiamente giustificati l’istituto della reggenza tra le direzioni delle scuole. “In autunno – anticipa l’assessore Quaresimale – il nostro impegno, quando partiranno le consultazioni per il dimensionamento scolastico, sarà di avviare confronti con gli amministratori per capire le esigenze e non penalizzare i territori”.