Roma, 25 mag. (askanews) – Il convegno “I modi di governo del papa. Il tempo della Sede vacante”, organizzato presso la Pontificia Università Gregoriana, si concentra sui modi del governo del papa, quando il papa non c’è. Nella sua introduzione ai lavori, il Rev. Prof. Roberto Regoli, Direttore Dipartimento di Storia della Chiesa dell’Ateneo Pontificio e Direttore rivista “Archivum Historiae Pontificiae”, ha illustrato come il seminario si ponga in continuità con quello dello scorso anno, I modi di governo del papa. Sinodi romani, concistori e congregazioni cardinalizie. Le prospettive dei due convegni, ha argomentato il prof. Regoli, si integrano e completano. “A livello storiografico in questi ultimi vent’anni si è molto scritto sul governo del papa in relazione alla Chiesa universale e allo Stato Pontificio, soprattutto sono apparsi studi specifici, a livello cronologico, spesso di singoli pontificati o comunque di periodi storici ben delimitati. Mancano ancora le grandi sintesi e per questa ragione nel convegno dello scorso anno si volle volgere uno sguardo millenario sulle grandi linee del governo papale”. Aggiungendo che “è più che mai opportuno sostenere una prospettiva di lungo periodo, che funziona sia in termini comparativi sia come indizio (e conferma) di dinamiche ecclesiali che mal si comprendono se si adotta un taglio troppo cronologicamente circoscritto. Una prospettiva plurisecolare può aiutare a capire gli sviluppi, che spesso allo stesso tempo e a volte con contraddizione corrispondono ad esigenze ecclesiologiche e a capacità di adattamento ai processi di razionalizzazione dell’amministrazione degli Stati e delle società”. In particolare, “quest’anno lo sguardo del convegno riguarda il governo del papa, quando questi non solo non c’è o è malato o impedito, ma propriamente quando è defunto”. Con un’attenzione specifica al conclave, “luogo di valutazione della politica ecclesiale passata e della ricomposizione degli equilibri per il nuovo periodo a seguire. Studiando tutte le componenti in gioco (desideri e progetti dei cardinali, aspettative del popolo, interessi delle corti e dei governi, capacità degli ambasciatori ed esigenze dei tempi), si può giungere ad una valutazione non lontana dalla realtà delle cose. Gli indirizzi di un pontificato rispondono alle preoccupazioni del conclave che l’ha generato. Almeno nei primi anni di regno. E nel caso specifico è un tempo chiaro e ben delimitato per osservare e valutare le dinamiche di governo, a volte ridotte (ma non banalizzate) alle azioni di fazioni cardinalizie con addentellati politici nei gabinetti dei governi civili”. Sempre nell’introduzione è stato sottolineato che “ci sono non poche pubblicazioni sui conclavi, meno sul tempo lungo della sede vacante, che nel suo insieme include il conclave ma anche tutto ciò che lo precede. In questi due giorni, si vuole riflettere sui conclavi, intesi in una accezione cronologica ampia, tra norme e simboli, tra ragioni di Stato e ragioni di Chiesa. È il “tra” l’angolatura della osservazione” di questi giorni di studio, che “toccheranno le linee di ricerca care alle istituzioni coinvolte, quali le norme dei conclavi (dalla loro invenzione alla loro reiterazione fino al dettaglio dei dispositivi interni), i simboli (dal cerimoniale al significato degli spazi del Palazzo Apostolico Vaticano) e le ragioni di Stato e Chiesa tra politiche internazionali, ecclesiastiche, dichiaratamente religiose e a volte strettamente locali. Un programma ben denso”.