Bruxelles, 25 mag. (askanews) – La Commissione europea ha rivendicato oggi con orgoglio e soddisfazione il successo dell’operazione per sbarazzarsi della sua pesante dipendenza dalle forniture energetiche dalla Russia, condotta principalmente con il pacchetto di misure “REPowerEU”, a un anno esatto da quando la proposta fu presentata, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Durante il briefing quotidiano della Commissione per la stampa, il portavoce per l’Energia e le politiche climatiche, Tim McPie, ha presentato i risultati fin qui ottenuti, riferendo quanto è stato detto ieri durante la riunione settimanale del collego dei commissari. La commissaria all’Energia Kadri Simson, ha detto il portavoce, “ha fatto il punto sull’avanzamento dell’attuazione del nostro piano ‘REPowerEU’, adottato un anno fa”, constatando che in questi 12 mesi “l’Europa ha superato gli obiettivi” che si era posta, tanto che ormai “possiamo dire di non avere più una dipendenza dai combustibili fossili russi”.
Il piano, ha ricordato McPie, “si compone di 3 parti: trovare fonti energetiche alternative, ridurre il nostro consumo di energia e potenziare le nostre fonti di energia rinnovabile locali”, ovvero le rinnovabili.
Ebbene, ha rilevato il portavoce, “le importazioni europee di carbone russo si sono fermate; le importazioni di petrolio sono una piccola frazione di quello che erano prima della guerra; e il gas russo sta rapidamente scomparendo dal mercato europeo”.
“Le forniture dai gasdotti russi – ha spiegato McPie – rappresentavano storicamente circa il 50% delle nostre importazioni di gas prima dell’invasione dell’Ucraina: marzo di quest’anno erano scese a solamente l’8%. Questo grazie in gran parte ad altri fornitori affidabili, che lo scorso anno hanno aumentato le loro consegne di 70 miliardi di metri cubi, primi fra tutti Stati Uniti e Norvegia”.
“La Commissione ha lavorato intensamente per contattare dei fornitori alternativi, per creare le condizioni politiche per questi cambiamenti nel mercato. E stiamo continuando questo lavoro nell’ambito dei nostri acquisti congiunti di gas per l’inverno”.
Ma, ha aggiunto il portavoce, “il merito è anche degli sforzi individuali e collettivi dei cittadini e delle imprese europee in termini di risparmio energetico. La Commissione aveva proposto agli Stati membri di ridurre la domanda di gas del 15 per cento per superare l’inverno. Gli europei sono andati ben oltre, riducendo la domanda di gas di quasi il 18%”, e “la metà dei risparmi proveniva dalle famiglie. Questo ci ha permesso di risparmiare oltre 50 miliardi di metri cubi di gas, circa un terzo del gas che storicamente importavamo ogni anno dalla Russia”.
Infine, ha ricordato ancora McPie, “abbiamo accelerato la diffusione delle energie rinnovabili in Europa. Nel 2022 abbiamo installato il 16% in più di energia eolica e solare rispetto all’anno precedente, sostituendo 11 miliardi di metri cubi di gas russo”.
Tutti questi cambiamenti sono sostenuti dai finanziamenti forniti nell’ambito del Piano di Recovery “NextGenerationEU”, con gli Stati membri stanno ora aggiungendo capitoli “REPowerEU” ai loro piani nazionali per la ripresa e la resilienza (Pnrr), che consentiranno loro di utilizzare quasi 270 miliardi di euro ancora disponibili per aiutarli ad affrancarsi dai combustibili fossili russi.
Ma, ha continuato il portavoce, “come ha detto ieri la commissaria Simson ai suoi colleghi, il lavoro non è finito e i nostri preparativi per il prossimo inverno devono continuare. Abbiamo fissato chiari obiettivi giuridicamente vincolanti per riempire i nostri depositi stoccaggio di gas fino al 90% entro il primo novembre, e già oggi abbiamo superato il 66%, un massimo storico per questo periodo dell’anno”.
“L’Europa – ha concluso McPie – ha dimostrato negli ultimi 12 mesi di essere in grado di resistere alla manipolazione delle forniture energetiche usate come un’arma da parte della Russia, da e che ciò può essere fatto in modo coerente con il nostro Green Deal europeo”.