Roma, 22 mag. (askanews) – Eventi estremi legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche hanno causato 11.778 disastri tra il 1970 e il 2021, con oltre 2 milioni di morti e 4,3 trilioni di dollari di perdite economiche. Questi i dati diffusi dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) in occasione del Congresso meteorologico mondiale al via oggi, incentrato sulla necessità di accelerare e rafforzare gli interventi perchè entro la fine del 2027 tutti i Paesi del mondo abbiano servizi di allerta precoce.
Nella nota diffusa oggi, l’agenzia dell’Onu ha sottolineato come il 90% dei decessi sia stato registrato nei Paesi in via di sviluppo. “Le comunità più vulnerabili purtroppo sopportano il peso maggiore dei rischi meteorologici, climatici e idrici – ha rimarcato il segretario generale dell’agenzia, Petteri Taalas – il ciclone Mocha ne è un esempio. Ha causato vaste devastazioni in Myanmar e Bangladesh, colpendo i più poveri tra i poveri”.
Nel comunicato si ricorda che “il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, vuole garantire che ogni persona sulla Terra sia protetta da sistemi di allerta precoce entro la fine del 2027”.
“Una misura che salva vite umane”, ma ad oggi “solo la metà dei paesi dispone di sistemi di allerta precoce, con una copertura particolarmente bassa nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, nei paesi meno sviluppati e in Africa”.