Roma, 22 mag. (askanews) – Il primo ministro conservatore greco Kyriakos Mitsotakis ha vinto le elezioni nazionali, parlando di “un terremoto politico” a seguito della grande vittoria del suo partito.
La formazione di centro-destra Nuova Democrazia ha ottenuto quasi il 41 per cento dei voti, soltanto cinque seggi in meno della maggioranza. L’avversario di centro-sinistra del premier, Alexis Tsipras, si è congratulato con lui, mentre il suo partito Syriza si è attestato su un deludente 20 per cento dei consensi.
Mitsotakis ha dichiarato che l’esito delle urne mostra che i greci hanno dato al suo partito un mandato per un governo di quattro anni. “Il popolo ha voluto scegliere una Grecia gestita da una maggioranza di governo e da Nuova Democrazia senza l’aiuto di altri”, ha detto in un discorso celebrativo della sua vittoria. Qualche ora prima, i sostenitori del partito ad Atene hanno esultato quando gli exit poll hanno indicato l’inaspettata portata della vittoria di Nuova Democrazia. Man mano che i risultati emergevano, era chiaro che i sondaggi pre-elettorali avevano sottovalutato il margine di 20 punti percentuali tra i due partiti principali.
Il partito di Mitsotakis ha ottenuto 146 seggi, cinque in meno dei 151 necessari per la maggioranza. Una “mappa” del voto del ministero degli Interni mostrava tutti i distretti elettorali greci, tranne uno, colorati di blu per Nuova Democrazia.
Le dichiarazioni del primo ministro sono state interpretate come un’indicazione che non intende condividere il potere con un altro partito, ma puntare a una seconda elezione a fine giugno, quando il partito vincente ottiene un “bonus” – una sorta di premio di maggioranza – di seggi.
Il presidente greco Katerina Sakellaropoulou gli offrirà un mandato per formare una coalizione, che probabilmente rifiuterà. La presidente passerà poi il mandato ai due partiti successivi nella “graduatoria” elettorale e, in caso di insuccesso, organizzerà un governo di transizione fino a nuove elezioni. Il risultato ha rappresentato un’immensa battuta d’arresto per il leader di Syriza Alexis Tsipras, che ha descritto il risultato elettorale del suo partito come “estremamente negativo”. Il leader è salito al potere nel 2015 facendo campagna elettorale contro l’austerità dei salvataggi internazionali, ma alla fine ha accettato le richieste dei creditori.
Il centrodestra ha governato la Grecia negli ultimi quattro anni e può vantare una crescita del Paese vicina al 6 per cento raggiunta lo scorso anno. Mitsotakis si è presentato alla nazione con l’idea che solo lui potesse essere affidabile per guidare l’economia greca e consolidare la recente crescita. I greci sembrano aver risposto positivamente al suo appello, anzi più del previsto.
Quattro anni fa il 41 per cento dei voti sarebbe stato sufficiente per assicurarsi la maggioranza nel parlamento greco, che conta 300 seggi. Ora è necessario superare il 45 per cento, perché il partito vincente non ha più diritto a un bonus di 50 seggi al primo turno, rendendo più probabile una ripetizione del voto.
Mitsotakis punterà sui seggi in più che gli spetterebbero se vincesse la nuova tornata: una maggioranza assoluta gli darebbe quattro anni di potere con un governo di sua scelta. Se dovesse cercare una coalizione, il rivale socialista di Syriza, Pasok, sarebbe un potenziale alleato: è considerato l’altro grande vincitore delle elezioni, con l’11,5 per cento dei voti. Una strada comunque complicata, perché il leader di Pasok – Nikos Androulakis – è stato oggetto di uno scandalo di intercettazioni telefoniche l’anno scorso. Questo ha portato alle dimissioni di un nipote di Mitsotakis, che lavorava come capo dello staff del primo ministro, e anche del capo dell’intelligence greca. Androulakis ritiene che il primo ministro fosse a conoscenza del fatto che lui era una delle decine di persone bersaglio di programmi di spionaggio illegali.
Mitsotakis proviene da una delle dinastie politiche più potenti della Grecia. Suo padre Konstantinos Mitsotakis è stato primo ministro all’inizio degli anni ’90; sua sorella Dora Bakoyannis è stata ministro degli Esteri e suo figlio Kostas Bakoyannis è l’attuale sindaco di Atene.
Alla fine la tragedia ferroviaria di febbraio, che ha oscurato la campagna elettorale, non ha giocato un ruolo tangibile nel risultato. Nel disastro sono morte 57 persone, molte delle quali studenti. I partiti di opposizione hanno sottolineato la tragedia come sintomo di uno stato disfunzionale ridotto all’osso dopo anni di crisi economica e di investimenti insufficienti.
I greci hanno diritto di voto dall’età di 17 anni e un’analisi iniziale delle elezioni da parte della TV greca ha suggerito che il 31,5 per cento degli elettori di età compresa tra i 17 e i 24 anni ha appoggiato Nuova Democrazia, quasi tre punti percentuali in più rispetto a Syriza.
Oltre al Pasok, anche il partito comunista Kke ha aumentato la propria quota di voti. Un’altra vittima delle elezioni è stato invece l’ex ministro delle Finanze di Syriza, Yannis Varoufakis, il cui partito MeRA25 non è riuscito a superare la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento.