Venezia, 17 mag. (askanews) – Una Biennale Architettura che vuole essere “momento e processo”, che vuole porsi come “agente di cambiamento” raccontando in primo luogo l’Africa e le sue molteplici progettualità. Si apre a Venezia la 18esima edizione della Mostra internazionale di Architettura, intitolata “Il laboratorio del futuro” e curata da Lesley Lokko.
“L’architettura – ha detto Lokko ad askanews – è una categoria molto vasta e non riguarda solo il fatto di costruire edifici Questo aspetto è molto importante e fondativo, ma l’architettura costruisce molto più che edifici: costruisce conoscenza, costruisce contesto, socialità, fiducia”.
Temi su cui la Biennale di Venezia si impegna ormai da diversi anni e che sono stati confermati anche dal presidente Roberto Cicutto. “La Biennale – ci ha spiegato – ha il dovere di essere contemporanea perché racconta le arti contemporanee. Diciamo che io periodo del Covid ha reso molto evidenti le domande che si pongono all’architettura. Non si può più pensare che si possa continuare a sviluppare l’urbanistica, l’architettura o la società civile come sono state sviluppate per secoli nella modernità. Oggi la sostenibilità non è solo un tema di moda, oggi la sostenibilità è una necessità e questa impatta anche nel modo di vivere e nei luoghi dove si vive. Quindi l’architettura è forse oggi la più responsabilizzata delle arti che noi mostriamo”.
La mostra è affascinante, viva, molteplice, ribalta alcune prospettive e, accanto ai tradizionali progetti architettonici, mette in scena anche la vita, le vite e le opportunità, sociali e creative che il mondo ci continua a offrire. Per fronteggiare uno scenario ambientale e umano in continuo mutamento.