Roma, 10 mag. (askanews) – Papa Francesco che indossa un piumino bianco alla moda e l’ex presidente americano, Donald Trump in manette, sono foto che hanno fatto il giro del mondo, ma erano delle fake. Immagini elaborate in modo creativo, ma del tutto verosimile, dall’intelligenza artificiale. E siamo solo all’inizio di una nuova era tecnologica dai risvolti imprevedibili: risvolti più positivi che negativi? Intanto sorgono nodi etici, sempre più difficili da sciogliere. Come spiega Marco Menichelli, imprenditore esperto in cybersecurity:
“I deepfake sono immagini video estremamente realistici. Test condotti dalla polizia olandese hanno dimostrato che esperti del settore sono stati in grado di riconoscere poco più del 60% di deepfake, e questo è un dato del 2020. Gli utenti comuni non distinguono immagini o video falsi da quelle reali semplicemente perché sono abituati a ricevere o analizzare grandi quantità di video ogni giorno e non c’è il tempo, la competenza e spesso neanche la convenienza ad analizzare questi tipi di informazione. Essendo il web molto democratico il rischio di catalizzare l’attenzione tramite apposite strategie acchiappalike è attuale e molto preoccupante”.