Milano, 5 mag. (askanews) – L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che il Covid-19 non si qualifica più come un’emergenza globale, segnando una fine simbolica alla devastante pandemia di coronavirus che ha sconvolto vite ed economie in tutto il mondo e ucciso almeno 7 milioni di persone. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS concorda con i consigli offerti dal Comitato in merito alla pandemia di COVID-19, attualmente in corso, si legge in un comunicato dell’organizzazione. “Il COVID-19 è ora un problema sanitario consolidato e in corso, che non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale”.
Durante la sessione deliberativa, i membri del Comitato hanno evidenziato la tendenza alla diminuzione dei decessi per COVID-19, il calo dei ricoveri correlati e dei ricoveri in unità di terapia intensiva, oltre agli elevati livelli di immunità della popolazione al SARS-CoV-2. “La posizione del Comitato si è evoluta negli ultimi mesi. Pur riconoscendo le restanti incertezze poste dalla potenziale evoluzione della SARS-CoV-2, hanno avvertito che è tempo di passare alla gestione a lungo termine della pandemia di COVID-19” si aggiunge.
“Sebbene la valutazione del rischio globale rimanga elevata, vi sono prove di una riduzione dei rischi per la salute umana determinata principalmente dall’elevata immunità a livello di popolazione da infezioni, vaccinazioni o entrambe; virulenza coerente dei sottotipi di SARS-CoV-2 Omicron attualmente in circolazione rispetto ai ceppi di Omicron precedentemente circolanti; una migliore gestione dei casi clinici. Questi fattori hanno contribuito a un significativo calo globale del numero settimanale di decessi, ricoveri e ricoveri in unità di terapia intensiva correlati a COVID-19 dall’inizio della pandemia. Mentre SARS-CoV-2 continua ad evolversi, le varianti attualmente in circolazione non sembrano essere associate a una maggiore gravità” si conclude.
Il Comitato è stato informato che, a livello globale, sono state somministrate 13,3 miliardi di dosi di vaccini COVID-19. Attualmente, l’89% degli operatori sanitari e l’82% degli adulti di età superiore ai 60 anni hanno completato la serie primaria (una o due dosi iniziali raccomandate secondo il programma vaccinale), sebbene la copertura in questi gruppi prioritari variasse nelle diverse regioni.