Roma, 2 mag. (askanews) – Continuano gli scontri in Sudan. Le Nazioni Unite stimano in “oltre 100.000” le persone già fuggite nei paesi vicini, dopo lo scoppio delle ostilità tra esercito e forze paramilitari il 15 aprile scorso.
“Insieme ai governi e ai partner, l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha stabilito una cifra iniziale di oltre 800.000 rifugiati e rimpatriati che potrebbero fuggire dal Sudan verso i paesi vicini”, ha detto Olga Sarrado, portavoce dell’Unhcr.
E secondo Paul Dillon, portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), “sono almeno 334.000 gli sfollati interni” dall’inizio dei combattimenti.
La comunità internazionale continua a fare appelli alla pace e parla di rischio crisi umanitaria, ma le parti in conflitto hanno più volte ignorato la tregua. I governi stranieri si sono affrettati a evacuare i loro cittadini per via aerea o marittima. Tra gli ultimi, la Russia che ha evacuato 200 persone tra diplomatici e non, con quattro voli militari.
Sui social, intanto, girano immagini di ospedali di Khartoum al collasso. Secondo il sindacato dei medici tutti gli ospedali pubblici della capitale sono “fuori servizio” perché molte strutture hanno dovuto fermare le attività per la mancanza di carburante.