Roma, 2 mag. (askanews) – Più di 40 rinvii a giudizio nella Capitale per le cosche di ‘Ndrangheta che avevano sviluppato i loro affari a Roma. Oltre 20 imputati davanti al gup per i riti abbreviati. Sono finite così le organizzazioni che facevano riferimento ai boss Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, appartenenti a famiglie originarie di Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria.
Nel procedimentovengono contestate, a vario titolo, le accuse di associazione mafiosa, cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni, truffa ai danni dello Stato aggravata dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta, riciclaggio aggravato, favoreggiamento aggravato e concorso esterno in associazione mafiosa. L’indagine ‘Propaggine’ è stata coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò con i pm Giovanni Musarò, Francesco Minisci e Stefano Luciani,