Roma, 1 mag. (askanews) – Sul lavoro il governo deve cambiare rotta. Nel metodo, rispettando il ruolo dei sindacati e non limitandosi a informative di domenica sera, ma dialogando e negoziando. E nel merito, cambiando politiche sbagliate e mettendo al centro il lavoro e la sua dignità nel rispetto della Costituzione. In caso contrario, la mobilitazione unitaria proseguirà. È questo il messaggio lanciato da Cgil, Cisl e Uil, che oggi hanno celebrato il Primo maggio a Potenza. Non una festa, considerata la difficile situazione sociale che attraversa il Paese, ma una giornata di lotta e rivendicazioni.
Dall’esecutivo, tuonano i leader delle tre confederazioni Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, arrivano risposte insufficienti sul lavoro. Pur apprezzando l’ulteriore taglio del cuneo fiscale e contributivo di 4 punti percentuali, dal 1° luglio al 31 dicembre, i sindacati sottolineano la temporaneità di una misura solo per sei mesi che dovrebbe portare nelle buste paga dei lavoratori secondo le stime del Mef circa 100 euro lordi al mese.
“Oggi è la festa del lavoro, non del governo – dice Landini -. Il governo deve pensare al lavoro tutti i giorni dell’anno, non solo il Primo maggio. Doveva convocare il Cdm proprio oggi? Se vogliamo dare un futuro al nostro Paese e all’Europa bisogna avere un progetto, una strategia. E questo non sta avvenendo. Oggi la nostra è una Repubblica fondata sullo sfruttamento, sulla precarietà e la povertà. C’è bisogno di fare una battaglia. Continueremo la nostra mobilitazione e se avremo risposte dal governo siamo pronti tutti assieme, con Cisl e Uil, a continuarla fino a quando non otterremo risultati e i cambiamenti che chiediamo”.
Sbarra chiede all’esecutivo di tornare “quanto prima sulla via giusta. Il filo del dialogo in questi mesi è caduto a terra con troppi provvedimenti approvati senza coinvolgere le parti sociali. Deve essere ripreso, rafforzato, reso stabile e affidabile. Così non va bene, crediamo che il governo voglia riprendere il confronto. L’incontro di ieri ha un senso se apre un nuovo cammino stabile verso riforme partecipate. Un solo albero non fa una foresta. Nel frattempo non staremo fermi. La mobilitazione unitaria va avanti, non indietreggeremo di un solo centimetro. Valuteremo i comportamenti e le risposte. Senza preclusioni, ma anche senza fare sconti a nessuno”.
Parole condivise anche da Bombardieri: “La mobilitazione continua, la resistenza continua e continuerà. È un Primo maggio di lotta, non di festa. Un Primo maggio di mobilitazione per i giovani che non hanno lavoro e per gli anziani. Per ricordare la Costituzione a 75 anni dall’entrata in vigore, Costituzione che è antifascista. È bene ricordarlo. Il governo oggi si occupa di lavoro. Peccato che siano passati sei mesi senza che se ne sia occupato. Avevamo perso le tracce”.