Genova, 21 apr. (askanews) – “In merito all’intervista che ho rilasciato ieri poco prima della seduta solenne del Consiglio regionale per il 25 aprile, ho usato una frase non appropriata al contesto non avendo avuto modo di sviluppare i concetti che avrei voluto in quei pochi secondi di intervista, gli stessi che ho poi espresso in modo inequivocabile subito dopo in aula, ricevendo l’applauso di tutta l’assemblea. Ho anche specificato che il rosso della bandiera ligure rappresenta il sangue di chi ha dato la vita per la nostra libertà”. Lo afferma in una nota il presidente del consiglio regionale della Liguria, Gianmarco Medusei, dopo la bufera sollevata ieri dalle sue dichiarazioni sugli “eccidi” compiuti anche dai partigiani e sull’esigenza di “ricordare tutte le vittime” perché “non ci sono vittime di serie A e di serie B”.
Frasi che hanno scatenato la dura reazione del Pd, del M5s, della Lista Sansa e di Linea Condivisa, che hanno diffuso una nota congiunta definendole “inaccettabili” e invitando il presidente del consiglio regionale a dimettersi, avendo dimostrato “di non essere all’altezza del suo ruolo istituzionale”. Anche il governatore Toti oggi ha sottolineato che “tutti devono riconoscersi nella guerra di Liberazione” e che “non tutte le vittime meritano la stessa celebrazione”. “Ci sono persone – ha ricordato – che si sono sacrificate per darci la libertà e ci sono vittime che, sbagliando, si sono sacrificate perché questo non accadesse e questo non può essere considerato allo stesso modo”.
“Mi spiace che qualcuno si sia sentito offeso – conclude il presidente del consiglio regionale della Liguria – ma chiedo a tutti di non fare inutili strumentalizzazioni e di ascoltare il mio discorso in aula e non poche parole di un’intervista. Sono da sempre uomo delle istituzioni che crede, come recita la legge regionale e come ho ribadito ieri nella seduta solenne, nei valori della Resistenza e nei principi della Costituzione”.